sabato 31 dicembre 2011

vacanze di natale col botto

  • recarsi (in non meno di una dozzina di persone, di età compresa fra l'adolescenza inquieta e la carampanitudine) a piazza navona
  • cimentarsi in tutti i giochi genere tre palle un soldo, pesca la paperella, spara al bersaglio
  • vincere uno o più pupazzi di pelouche
  • tornare a casa e cenare tutti insieme, con la scusa di fare fuori gli avanzi delle banchettiadi dei giorni precedenti
  • attendere mezzanotte/mezzanottemmezza
  • scendere tutti giù per strada, avendo cura di portare seco il/i pupazzo/i, al/ai quale/quali è stato precedentemente praticato un pertugio nella zona corrispondente al posteriore
  • imbottire il/i pupazzo/pupazzi di raudi
  • accendere la miccia
  • vedere l'effetto che fa

enjoy it!

venerdì 30 dicembre 2011

unicuique suum

a cena con le amiche e. e b., si parla di un'altra amica ovviamente assente (gli assenti offrono i migliori spunti di conversazione, in assoluto e sempre).
b: ma li prende ancora i farmaci?
io: quali farmaci?
e: quelli per la depressione
io: ma perché, sta così male?
b: a me aveva detto che stava scalando le dosi
e: e guarda che i farmaci li ho presi pure io
b: vabbè, ma il tuo era un caso particolare, tu ciavevi la depressione post partum
e: che c'entra, ognuno cià le sue.

domenica 25 dicembre 2011

il bottino

ho ricevuto:
un libro
tre segnalibri
una crema per le mani
dei buonissimi biscotti home made
un paio di calzettoni rossi che tengono caldo solo a guardarli
un taccuino della mole***ne

non ci possiamo lamentare

mercoledì 21 dicembre 2011

donare è una gioia

amica e, dimmi per favore cosa posso regalare a tua figlia nonché mia figlioccia marta.
non lo so
come non lo so, sei sua madre! non ha scritto la letterina a babbo natale? non ha espresso desideri? non c’è qualcosa di inutile che vuole ardentemente, che tu in quanto genitore non le compreresti mai ma che io in quanto madrina ho tutto il diritto di regalarle?
indago e ti faccio sapere
....


so’ io. allora, marta dice che vuole il cane di pelouche che si fa male alla zampa e gliela ingessi.
‘sto cane cià un nome?
boh... doggy qualcosa, può essere? comunque marta dice che anche un cane di pelouche normale va bene.
......

collega s, tu che sai tutto, hai mai sentito parlare di un cane di pelouche che si fa male alla zampa e gliela ingessi?
certo, ho visto proprio ieri la pubblicità! si chiama bau bua.
.....

signora commessa del grande magazzino di giocattoli a due chilometri dall’ufficio, verso il quale mi sono scapicollata a piedi in pausa pranzo e sono arrivata tutta trafelata, mi dica che avete bau bua, il cane di pelouche che si fa male alla zampa e gliela ingessi!
certamente, lo trova nel corridoio in fondo a sinistra.

in realtà si chiama toby cucciolo bua. ha gli occhi da vitello orfano, una salute cagionevolissima, visto che la confezione comprende anche uno stetoscopio, una siringa e un’ingessatura per la zampa, costa uno sproposito ed è orrendo.

giovedì 15 dicembre 2011

i cazzi degli altri

sul frecciarossa per roma, ho la sventura di sedere davanti ad una signora che ha iniziato a telefonare a rogoredo e ha smesso a settebagni.

telefonata numero uno: pronto ciao, sono virginia. volevo sapere come stai. oggi va un po’ meglio?.... ah, ti è venuta un po’ d’ansia dopo pranzo. ... beh, se non riesci a dormire puoi prendere qualcosa per aiutarti, tipo il lexotan. ah, se in casa hai l’hen va benissimo l’hen....  ci vediamo dopodomani a studio.

telefonata numero due: oggi niente depressione ma solo ansia?... e vabbè, dai.... no, i farmaci non possiamo assolutamente sospenderli almeno per altri quindici giorni.

telefonata numero tre: guarda che l’anorgasmia (pronunciata in un soffio di voce, contrariamente al resto delle conversazioni, ndr) è normale, rientra negli efffetti collaterali. devi solo aspettare il tempo di dimezzamento dei farmaci e poi vedrai che tutto tornerà come prima.

telefonata numero quattro: senti, fai una bella cosa: tieni una specie di diario degli stati d’animo, tipo mattina: depressione, dopo pranzo ansia, cercando di spiegare come ti senti e perché, così poi quando ci vediamo a studio io ho una base su cui lavorare e regolarmi.

telefonata numero cinque: quello è chiaramente un soggetto schizoide con tendenze schizofreniche, è evidente che non ha ancora superato la fase anale
....
telefonata numero millemila: no, ma il commercialista me l’ha detto che non mi conviene, se faccio una fattura da 80 euro + iva a seduta praticamente lavoro solo per pagare le tasse. ... 

domenica 11 dicembre 2011

ricominciaaaaaamo

si riparte da qui. che poi c'era tutta una trafila per esportare il blog vecchio in quello nuovo, ma io dopo cinque minuti mi sono spazientita e ho fatto copiaeincolla e 'sti cazzi (durata totale dell'operazione: dieci minuti). 
si chiama pensiero divergente, e io sono campionessa mondiale. modestamente.

sabato 10 dicembre 2011

2011

trumbo!
11 nov
questo è il testo dell'sms che ho mandato ieri sera ai sodali di superenalotto:

13, 24, 77: trumbo!
abbiamo vinto ben 15,30 euro.
cordialità.

sms dell'amico c:
grande!

sms dell'amico m1:
non ci posso credere! omm' e mmerda e bucio di culo sono stati i sintomatici prodromi di cotanta fortuna. facciamone tesoro, compagneros!

chi vive sperando muore cacando
9 nov
giocare sistematicamente al superenalotto è quasi un lavoro. non tanto per il fatto di andare in ricevitoria, cosa che si può fare una tantum grazie alla meravigliosa opzione "abbonamenti", quanto per la costanza di controllare quanto si è fatto e darne conto agli altri sodali di giocata.
fino a questo momento abbiamo collezionato una serie di zumbo, umbo e ambo, che nel nostro gergo stanno per, rispettivamente, zero, uno e due.
copio e incollo lo scambio di email di stamattina fra me e il sodale m1.


da: tellurica

a: c, a, m, m1

oggetto: zumbo


la notizia in sé non è che ieri abbiamo fatto zero/zumbo, ma che sono usciti l'omm' 'e mmerda e il 23, che a roma è "bucio de culo", e mi sembra un bel connubio. 
l'altra notizia è che dobbiamo vincere entro quest'anno se non vogliamo regalare il 6% della vincita allo stato. 
cordialità.  


da: m1
a: tutti

Solo per evitare di regalare il 6% allo stato vinciamo. Basta con zero, umbo, ambo e dumbo. Dai vinciamo una volta nella vita. Finiamola con l'idealismo del partecipare e' bello, la competizione e' brutta, lavorare nobilita l'uomo, etc etc 
Facciamolo in nome di omme'e merda e bucio di culo che pare pure a me una splendida accoppiata! 
Cordialita' 

inutilia irrinunciabili
3 nov
l'amica v. ha traslocato da poco in una casa più bella e più grande che pria. 
nel tour guidato della nuova magione, ancora in mezzo al caos post trasloco, l'amica g. e io notiamo uno scatolone gigantesco sul quale c'è scritto, con l'inconfondibile grafia dell'amica v., cose varie che non uso.
 ma se non le usi, chette le sei portate dietro a fa'? è la domanda che all'unisono ensemble ci poniamo l'amica g. ed io.

Tsk
30 ott
per questo, questo e quest'altro motivo, sono stata a luccacomics. ero circondata da torme di cosplayer: cavalieri jedi, spose cadaveri, jack sparrow che te li tiravano dietro, lady oscar a sfare, lupin terzi, quarti e quinti, mostri mostrali non identificati, creature dei manga e degli anime a me ignote. alcuni erano perfetti, la maggior parte erano rabberciati, tutti erano molto compenetrati e convintoni; io, che ho visto cose che voi umani, li guardavo con aria di compatimento, pensando che a tokyo non devono aspettare carnevale o lucca comics per addobbarsi e, anzi, vestiti così ce vanno a compra' er pane.

nimmistica
26 ott
che poi io da piccola credevo che la rubrica si chiamasse "forse tutti non sanno che".
che se ci pensi è meraviglioso, ipotizza un'ignoranza crassa collettiva, tutto un pubblico di lettori capre incapaci di sostenere una conversazione da treno o da ristorante senza quelle preziose informazioni.
cmq a me della settimana enigmistica piace fare i rebus, la pista cifrata, il che cosa manca e il confronto.
e anche gli incroci obbligati sillabici, perché appartengo alla categoria dei solutori particolarmente abili e con un cruciverba vulgaris neanche mi ci spreco.

pane e scarrafoni
25 ott
proprio di fronte a casa mia c’è un panificio. vuoi mettere la comodità di attraversare la strada e accattarsi il pane appena sfornato, e magari pure le brioche? (perché qui a milano se dici cornetti fanno la faccia stile mucche che guardano passare i treni).
 negli anni, la proprietà/gestione è passata attraverso un tot di personaggi, uno più antipatico dell’altro, finché sono arrivati loro: una famiglia di egiziani, i quali ci hanno tenuto subito a dirmi che sono cristiani. “ah, ma allora siete copti!”, ho detto io. “tu conosci copti????”, mi hanno domandato stupefatti. non è che conosco i copti pissonalmente di pissona, conosco l’esistenza dei copti, come tutti quelli che si sono acculturati grazie alla provvidenziale rubrica “forse non tutti sanno che”. 
però è bastato questo per farmi subito guadagnare millemila punti coi panettieri, e quindi quando andavo lì ci facevamo sempre due chiacchierette ed erano sempre grandi sorrisi.
 questo fino a poco tempo fa, quando dall’oggi al domani il panificio ha chiuso i battenti, perché “quelli dell’ufficio di igiene hanno trovato gli scarafaggi, e non nel laboratorio, ma nell’impasto del pane”.
 però secondo me è una calunnia del mio portinaio (che non pulisce, ma deodora, quindi senti da che pulpito). 
e comunque, una volta cotto nel forno, quello che non strozza ingrassa.

te ne vai o no, te ne vai sì o no
17 ott
non so a voi, ma a me ivano fossati dopo due canzoni di fila appalla profondamente.
 una la tollero, appena inizia la seconda corro in cesso a spararmi in bocca, devastata da costruzioni di un amore e baci sulla bocca che sono di una pesantezza pari a dodicimila porzioni di rigatoni co’ la pajata ingurgitati tutti in una volta alla festa de noantri. 
per questo motivo, che fossati abbia annunciato il proprio ritiro dalle scene non mi ha portato a stracciarmi le vesti, anzi. poi scopro che il ritiro effettivo è molto di là da venire, perché prima deve promuovere il disco, e poi andare in tour, e poi vuoi che non si faccia commuovere dalle torme di fan in gramaglie che invocano a gran voce last waltz e greatest hits e the best of?
 ecco, a questi che fanno i furbini mi viene solo da prendere in prestito le parole di un grande vate e dire: ma mi faccia il piacere!

il denaro non fa la felicità
13 ott
l'altra sera, in un locale pseudotrendy all'arco della pace, storditi da un tot di birre, sbagliati e prosecchi a testa, è partita l'operazione superenalotto.
io e gli amici a, a1, m, m1 e c abbiamo sparato due numeri e cacciato tre euro per uno.
i numeri e i soldi li ho presi io, che avrò l'incarico di giocare le stesse due colonne per tre volte alla settimana, per quattro settimane.
"a quanto sta il montepremi?", si è informato l'amico c.
"21 milioni, mi pare", ha risposto l'amica a.
"21 diviso 6 fa 3 e rotti, ci si può stare", ha detto l'amico m., quello che a suo tempo aveva ammesso bel bello che lui in caso di vittoria avrebbe incassato il montepremi e se lo sarebbe tenuto tutto per sé.
"e tu", ha proseguito rivolto verso di me, "non fare la stronza che scappi col malloppo perché giuro che ti vengo a stanare, ti stacco la testa e poi vengo qui e la sbatto sul tavolino, davanti a tutti".

mi hai convinto
20 set
cerco un casco.
un jet?
no, lo voglio integrale.
bianco o nero?
bianco

capisco che con queste due risposte ho passato il test di ingresso e mi sono guadagnata la stima e il rispetto del rivenditore.
comincio quindi a provare tutta una serie di caschi, finché un signore sui 55/60, vestito da centauro pronto per il tourist trophy, suggerisce: ma perché non le fai provare il xxx?
arriva il casco xxx: bellissimo, leggerissimo, resistente da ammazzare un leone, comodissimo.
e, ovviamente, carissimo.
vacillo. titubo. il rivenditore, subdolo, mi fa:  “la testa è una sola”.
siccome non mi chiamo né idra né cerbero, ho pagato senza fiatare quello che c’era da pagare e me ne sono andata col casco carissimo, ammirata per le tecniche di persuasione del rivenditore.

l’altro nome di tellus
17 set, 3:30 p.

la pachamama per gli inca era la madre terra.
ancora oggi sulle ande si ringrazia la pachamama scavando una buca, che viene poi riempita di cibo e ricoperta con pietre. alcuni nella buca mettono anche i feti di lama (non fate troppo gli schizzinosi e gli animalisti, li vendono perfino al mercato), comunque alla pachamama, oltre al cibo e ai feti di lama, si offrono anche i propri vizi, per cui è facile trovare bottiglie di alcolici o pacchetti di sigarette.
non so voi, ma io alla pachamama ci credo. sulle ande credo a qualsiasi cosa.

o.s.t.
12 set
colonna sonora di quest'estate:

- il tango (ca va sans dire).  impossibile sfuggirgli, era ovunque: nei bar, per strada, alla radio, perfino nelle suonerie dei cellulari di distinte signore. loro suonavano all'incrocio tra floridia e mitre e facevano sempre il pienone - gli ho pure comprato un cd. 
- ricardo arjona. è l'equivalente locale di eros ramazzotti, l'autore di versi immortali quali olvidarte es más dificil que una flaca en un botero. ha anche scritto una canzone che affronta, con ben altro piglio, gli stessi temi cantati da elio in essere donna oggi e che si intitola de vez en mes. 
- la cumbia rap, una roba tamarrissima.
comunque il mio tormentone delle vacanze è questo.

più puna per tutti
8 set

la puna è un posto incantato, di una bellezza da togliere il fiato; un posto dove la presenza degli apu (gli spiriti delle montagne andine) è qualcosa di tangibile e di innegabile anche per il materialista più efferato.
percorri chilometri e chilometri nel nulla assoluto, sotto un cielo azzurro che più azzurro non si può, in uno spazio sconfinato del quale cerchi disperatamente di riempirti gli occhi perché sai che avrai bisogno di riportarlo alla memoria, una volta tornata nella giungla metropolitana. 

p.s. questa è la ruta 40, che dal confine con la bolivia arriva fino ad ushuaya. prima o poi la farò tutta, cascasse il mondo.


non è vero ma ci credo
6 set

el gauchito gil era una specie di robin hood che è poi diventato un santo profano, tanto è vero che in ogniddove, lungo le strade, gli vengono dedicate edicolette votive come questa. nelle edicole vengono deposte statuine del gauchito o di san expedito, oltre a sigarette, bolas de coca, bottiglie di liquori, pistole; sui drappi rossi ci sono scritte del tipo “gracias gauchito gil por los favores concedidos”.
i favores concedidos riguardano colpi andati a segno, perché il gauchito gil è il protettore dei ladri e degli spacciatori. protegge anche i viaggiatori, tanto è vero che i tassisti, invece del rosario, della zampa di coniglio o del corno, allo specchietto appendono un nastro rosso.
e se sei in viaggio in automobile e vuoi arrivare a destinazione sano e salvo, quando passi davanti a una di queste edicole farai meglio a dare un colpo di clacson.


cose buone dal mondo
5 set
e insomma, va bene l'asado, va bene il mate, va bene le empanadas, però le vere delizie gastronomiche, quelle di cui sentirò la mancanza fino a cadere in vere e proprie crisi di astinenza sono:
- le tortillas.  delle specie di piadine, ma molto più ignoranti, che vengono vendute per le strade e sono prodotte al momento su trabiccoli arrugginiti e fatiscenti che per noi, tutelati come un prematuro in un'incubatrice dalle normative UE, ARPA, ASL, NAS e uffici di igiene, sono pericolosissimi ricettacoli di germi, batteri e malattie incurabili, ma che evidentemente conferiscono al prodotto quel particolare sapore che ti spinge a consumarne in quantità smodate. sono buone sia lisce che con queso y jamon.
- quesillo con dulce de cayote y nueces. una bomba calorica che ti riconcilia con dio e con gli uomini. 
- bizcochitos de grasa. la morte loro è mangiarli bevendoci il mate. per i veri viziosi, la versione con la marmellata o con la nutella garantisce autentici momenti di estasi, mentre il colesterolo va pe' tetti.
- la carne di lama. con buona pace dei lama.

 

cortaron/no cortaron
2 set
se si vuole sopravvivere a buenos aires la prima cosa da imparare sono queste parole: cortaron/no cortaron.
quasi quotidianamente succede infatti che alcune categorie decidano di protestare per un motivo qualunque; la forma di protesta piu' efficace e' quella di occupare una strada a caso, fra quelle strategiche e vitali per la circolazione cittadina. sapere se e cosa cortaron o no cortaron diventa quindi fondamentale per pianificare i propri spostamenti, a meno che non si decida di andare a piedi.

disculpe, cual es el autobus para ir a la recoleta?
a ver.... no, libertador hoy no la cortaron, toma' el 130.
mi dice la tizia a cui avevo chiesto info.

cortaron corrientes, no se pasa
y porque' la cortaron? los trabajadores manifiestan?
si', trabajadores que no quieren trabajar!
mi dice il tassista ironico che ce l'ha a morte con la presidenta (si tu preguntas por la calle, nadie la voto', pero ella gano', como lo explicas?*).

e' un mondo difficile.




*questa frase mi sembra di averla gia' sentita e anche pronunciata....


compro tutto
1 set
la parola d'ordine qui e' una sola: CUOTAS (rate).
a parte il fatto che esistono dodicimila tipi di tarjetas (carte di credito ma soprattutto di debito) e che ogni persona ne possiede almeno una dozzina, fuori da qualsiasi negozio e alle casse ci sono manifesti e prospetti che spiegano cose del tipo: lun mer e ven con la tarjeta lillo paghi in 24 cuotas sin interes; mar e gio con la tarjeta gillo paghi in 12 cuotas; tutti i giorni con la tarjeta billo hai il 30% di sconto + 12 cuotas.
vuoi comprare un frigorifero? il cartellino col prezzo e' un manifesto 5x2, perche' riporta il prezzo en efectivo (in contanti) e poi tutte le varie combinazioni a seconda delle tarjetas, e alla fine scopri che il frigo che in contanti pagheresti 10, con le cuotas e le tarjetas lo paghi 50, ma e' l'unico modo per potertelo permettere.
il delirio vero pero' e' al supermercato: le code alla cassa sono estenuanti, perche' mettiamo che devi pagare 50, alla cassiera dici che 10 li paghi con la tarjeta lillo in 4 cuotas, 20 li paghi con la tarjetas gillo in 3 cuotas, 10 li paghi con la tarjeta billo sin cuotas e 10 li paghi en efectivo; se a questo turbinio di tarjetas ci aggiungi la naturale flemma sudamericana, finisce che in coda alla cassa ce fai notte (ma a me chemme frega, so' in vacanza, cio' tutto il tempo che voglio per dedicarmi a questi studi socioantropologici).
poi verso la fine del mese sono tutti li' che girano da un negozio di tarjeta all'altro a fare versamenti da una tarjeta all'altra per non finire scoperti o quanto meno per limitare i danni.
a me verrebbe l'emicrania dopo tre secondi e soprattutto sarei sul lastrico dopo cinque.
icone
18 ago
alla faccia dei santi, navigatori, poeti ed eroi locali, le icone nazionali, quelle a cui gli argentini  porterebbero i bambini per farli benedire e i malati per farli guarire attraverso l'imposizione delle taumaturgiche mani, sono maradona e messi.


Cose a caso
18 ago
appena scoprono che sono italiana calano i carichi da undici a bastoni, ovvero: i nonni/bisnonni/genitori italiani venuti qui a cercar fortuna.
da quando sono qui ho beccato un di palma, un salmoiraghi, un salvini e una de luca. nessuno di costoro parla italiano, tutti sono fieramente porteñi, pero' ci tengono a farmi sapere che posso considerarmi a casa, un pochino, per certi versi.

pensavo che la metro di milano e quella di roma fossero le peggiori del mondo. poi  ho preso il subte (la metro porteña)  e ho deciso di farmi una maglietta con la scritta "ho preso il subte e ne sono uscita viva".

ho deciso che se vengo a vivere qui voglio fare il paseador de perros (il dog sitter, insomma). stanno all'aria aperta, in posti bellissimi, i cani giocano e corrono e intanto loro si intrattengono coi colleghi paseadores (mi immagino che si racconteranno i pettegolezzi  sui proprietari dei cani di cui si occupano).  pare che lavorando mezza giornata, paseando a 10/15 perros, si arrivi a guadagnare 2500/3000 pesos al mese che dicono sia un buono stipendio.
per dire, sempre meglio che lavorare.

la troppa confidenza fa passar la riverenza
16 ago
14 ore di viaggio mi catapultano a cinque fusi orari e millemila km di distanza, a tredici gradi di temperatura, in un paese dove proprio ieri si sono svolte le primarie vinte con percentuali bulgare dalla presidenta in carica.
es que no hay oposicion, dice il tassista.
es que no hay oposicion, ribadisce un tipo al bar.
(invece da noi....)
cmq la presidenta imperversa in ogni dove. e la chiamano per nome.
"en instantes habla cristina",  dice il sottopancia alla tv.
"cristina descarto´convocar a la oposicion", titola il quotidiano.
da noi certe confidenze i media se le prendono solo con  i morti ammazzati e i presunti assassini.

Il demonde del gioco
29 lug
ieri sera a cena con gli amici m., c. e m. abbiamo deciso che da dopo le vacanze inizieremo sistematicamente a giocare al superenalotto alles zusammen, coinvolgendo nell'impresa anche l'amico p. (assente giustificato) pure se è ricco sfondato (perché, come ha detto c., "l'acqua va sempre al mare e quindi uno ricco che attiri la vincita ci vuole"). 
inutile dire che già ci sentiamo di avere le tasche colme di spaventilioni. 
"metti che vinciamo 40 milioni, diviso cinque fa otto, con otto milioni ci campi di rendita?"
"sicuro, anche se li metti su un deposito al tre per cento o li investi in bot svizzeri, puoi smettere di lavorare dal giorno dopo"
"ragazzi, ve lo dico: se la schedina ce l'ho io, scappo coi 40 milioni"
"cooome? lo faresti veramente?" 
"ma no. cioè..... sì" 
"anfamone!" 
"se fai una cosa del genere mettiamo insieme i quattro euro che abbiamo e assoldiamo un killer albanese che ti fa secco"
 "con quaranta milioni fuggo all'estero e mi pago tutte le guardie del corpo che voglio"
 "la nostra vendetta sarà implacabile, ti seguiremo ovunque, ti braccheremo, ti faremo fare la vita di salman rushdie e di saviano" 
"meglio otto milioni a testa, padrone della tua vita, o quaranta milioni tutti per te costretto a fare la vita del sorcio?"
 "mi avete convinto, dividiamo" 
"ok. però la schedina la tiene tellurica".
28 lug
ho giocato al si vince tutto e ho fatto due (otto e ottantaquattro).
quello che mi fa rosicare abbestia è che sono usciti 50 e 54 e io, assolutamente a caso, avevo messo 51 e 55. 
avrei potuto fare quattro e portarmi a casa novemila euro, che sputaci sopra.
 stocastica ladra.

kant che ti pascal
7 lug
il mio è un condominio di sciroccati totali. c’è il pensionato che vive da solo e va a farsi la doccia ai bagni diurni (che sono degli abissi di tiepidità); c’è montalbano, che lo chiamiamo così perché è uno sbirro e non si è fatto mettere il nome sul citofono e sulla cassetta delle lettere per “motivi di sicurezza”, dice lui, manco fosse un agente del mossad o schwarzy in true lies, quando al massimo raccoglie le denunce delle vecchiette scippate; c’è il mio vicino che parla e abbaia da solo; c’è il portinaio che scrive poesie terrificanti e ti aspetta al varco per declamartele e tu preferiresti donare un rene senza anestesia; e infine c’è lei, la biondona: ultra50enne, alta, appariscente, regolamentare cavigliera del katakali. tutte le mattine dal lunedì al venerdì, alle 7,30 spaccate, senti un rumore di tacchi vertiginosi che si scapicollano giù per le scale, il portone che sbatte e infine un vocione da travone che a tutto volume canta quello che le passa l’ipod (roba scelta, stamattina per esempio era biagio antonacci). ormai non ho neanche più bisogno della sveglia, e mi sento tanto come gli abitanti di königsberg alle prese con le passeggiate di kant.

sei più bravo di un ragazzino di quinta?
30 giu
 dove sta padova?

in emilia romagna

in piemonte
 

dove nasce il tevere?

a roma

il tevere nasce a trastevere
 

qual è il lago più grande di italia?

il lago di garda. e ti dico che quello più grande dell’italia centrale è il lago di iseo

scemo, è il traNsimeno
 

e il monte più alto di italia?

il monte rosa

no, il monte bianco

e secondo voi quanto è alto

mah…. mille metri?

no, mille e cinque
 

io facevo le domande, lola e franz (11 anni non ancora compiuti, dieci in geografia in pagella) rispondevano.

Solidarietà
28 giu
sala d’attesa del laboratorio di analisi, si fa la fila coi numeretti.
a un certo punto entra una vecchina che, da come viene accolta, si capisce che deve essere una cliente abituale.
non prende il numeretto e la signora dell’accettazione chiede alla ventina di persone in attesa del proprio turno se la vecchina può passare davanti, “visto che è a digiuno e si sente svenire”.
nessuno ha da obiettare, tranne una cacacazzi che esclama acida “siamo tutti digiuni!”.
spero che, quando è arrivato il suo turno, le abbiano inoculato del polonio.

la prevalenza del cretino
20 giu
parcheggio della spiaggia, un panzone a torso nudo piazza il suo macchinone nel posto per disabili.
io mi indigno ma taccio, l'amica v. si indigna e lo apostrofa: "bravo, non si vergogna a parcheggiare lì?" 
panzone: "eh, non c'è posto da nessun'altra parte!"
 amica v: "fa come abbiamo fatto tutti, aspetta un po' e vedrà che lo trova!"
 panzone: "eh, ma mica sto in spiaggia tutto il giorno!"
amica v: "e che c'entra, scusi?" 
panzone: "signora, non la faccia tanto lunga!"
 amica v: "io la faccio lunga quanto mi pare! e poi come sarebbe, che lei è il più furbo di tutti e noi i poveri coglioni che rispettano le regole?" 
panzone: "se vuole avere ragione lei, le do ragione"


ecco, quando il panzone ha pronunciato queste parole avrei tanto voluto essere un uomo alto 2 metri, pesante 100 chili e corcarlo di botte, così almeno il macchinone nel posto riservato ai disabili lo parcheggiava con un motivo.


tutti a casa alè
30 mag
"la signora tellurica ha votato", ha detto stamattina il tipo del seggio restituendomi la carta d'identità e la tessera elettorale.
la signora tellurica ha votato ed è oltremodo soddisfatta perché, grazie anche al suo voto, finalmente mestizia se ne va a casa. 

che tocca fa’
24 mag
l’amica s manda un email:
ho bisogno di voi come magnifiche comparse in una festa in onore di una fanciulla.
sottolineo, non senza volgarità, che "se beve a gratis".
 
in pratica, si tratta di recarsi in un locale molto fashion e trendy e fingersi amici di vecchia data della festeggiata per fare numero (le donne) e per fare i piacioni e i galanti con la fanciulla in questione (gli uomini).
il tutto sotto lo sguardo delle telecamere, perché siamo in uno di quei programmi dove prendono una malcapitata, la affidano ad un manipolo di make up artist, hairstylist, life coach, personal shopper e sarcazz assistant che la trovano goffa, slavata, malvestita, mediamente racchia ma con delle potenzialità, le rivoluzionano il look e infine la buttano in mezzo ad amici e parenti che plaudono entusiasti al cambiamento di quella che prima era pina fantozzi e dopo si è trasformata in jessica rabbit.
raccogliamo l’appello io e altri quattro sfaccendati, attratti dalle magiche parole “se beve a gratis”. trascorriamo così una serata che definire surreale e felliniana è poco. succede infatti che:

- gli amici e parenti veri della fanciulla sono sei: padre, madre e quattro amiche; totale con noi comparse: undici; totale con la troupe, gli autori, i redattori ecc: trenta. capienza del locale: millemila persone.

- la fanciulla, per quanto restaurata e addobbata, cattura gli sguardi e l’attenzione degli astanti come dieci camaleonti al campionato mondiale di mimetismo.
 
- l’amico p, comparsa che ha preso molto seriamente il ruolo di piacione galante che gli è stato assegnato, corre incontro alla fanciulla per dirle “sei bellissima”; la fanciulla, pur essendo stata avvisata che ci sarebbero state le comparse, gli risponde “ma tu chi sei? non ti conosco”, a telecamere accese e fra la costernazione degli autori, che prevedono lunghe notti al montaggio per dare un senso a questa situazione anche se questa situazione un senso non ce l’ha.
 
- l’amico p, l’amico c, l’amico m ed io veniamo infine coinvolti in quell’ignobile farsa chiamata videodiario, che prevede che ognuno di noi, ripreso in primo piano, dica cose del tipo “non ho mai visto pina così bella come stasera, è l’inizio di una nuova pina, grazie al cambio di look pina è molto più sicura di sé” e minchiate del genere sparate a braccio, in preda ai fumi dell’alcol e senza cognizione di causa.
 

spente le candeline d’ordinanza, ingollata l’ultima fetta di torta (buonissima) e scolato l’ennesimo sciampagnino, ce ne siamo andati insalutato hospite.

ragazze acidelle
19 mag
a è un cinquantenne narciso e fascinoso che piace molto alle donne. ufficialmente è single, in realtà ha tutto un giro di frequentazioni più o meno estemporanee sulle quali con noi amiche tiene il massimo riserbo e più non dimandare.
finché, una sera a cena con me e l'amica t, non solo si lascia scappare che da qualche tempo "si vede con una", ma aggiunge anche che questa una è rumena e ha 23 anni. "non ve l'ho detto prima, altrimenti mi rompevate il cazzo con la storia del vecchio satiro e l'extracomunitaria giovane e zoccola".
"ma figurati, non mi sarebbe mai venuto in mente", gli dico io soave, "al massimo, avrei pensato al povero vecchio rincoglionito che ha bisogno di una badante".
"stronza".


i nuovi mostri
9 mag
ieri ai giardinetti regalavano ai bambini i palloncini: azzurri col filo bianco, e sopra c'era scritto da una parte "auguri mamma!"  e dall'altra "tiziocaio per mestizia sindachessa".
non c'è stato un genitore che ha osato rifiutare (i bambini erano tutti piccoli, sui tre/quattro anni max). mi sono chiesta cosa avrei fatto io al loro posto: avrei preso il palloncino per mio figlio e 'sti cazzi. magari però lo avrei fatto scoppiare di soppiatto appena lasciati i giardinetti. 

ciò non toglie che questi che regalano i palloncini elettorali ai ragazzini so' peggio di quelli che ai tempi miei regalavano le caramelle.

petronia arbiter
29 apr
approfittando dell'assenza del capo, dalle undici e mezzo in poi la nostra attività lavorativa si è focalizzata sul royal wedding (siamo ragazze romantiche, in fondo).
 diciamo che:

- il vestito della sposa non ci piace (troppo pizzo stile calza operata anni ottanta)

- il vestito della sorella della sposa sarebbe stato carino se non avesse avuto quelle maniche con le nappine

- posh spice devono averla issata sui plateau col paranco, e mo' voglio vedere come fa a scendere

- le principesse eugenia e beatrice si candidano a rilevare il posto delle gemelline di shining nei miei incubi peggiori
- sono sicura che con certi cappelli si prende pure capodistria

la quarta che hai detto
20 apr
ore 8,15, stazione di firenze smn. salgo su un taxi e dico al tassinaro (sui 25/30): "mi porti all'università, per favore".
"devi dare un esame?", chiede lui, tutto partecipe.
ora, il mio ultimo esame all'università risale al 1987. il mio ultimo esame alla scuola di specializzazione risale al 1990.
se ne deduce che: 
a) il tassinaro ha fatto il galante, come da contratto 
b) l'età media degli studenti fuori corso è aumentata di brutto 
c) non è mai troppo tardi 
d) mi affaccio alle soglie dei cinquant'anni senza avere perso un briciolo di gnocchitudine.

tri donn
11 apr

da savona a milano, divido lo scompartimento con la bruna, la rosanna e l’antonia; tre loquaci 75enni d’assalto, mai viste prima, che hanno dato vita alla seguente conversazione: 

come mai la liliana non parla più a suo fratello? 
perché il fratello è gay 
ma se lei ne ha sposato uno!
 veramente il marito non è gay, è ermafrodito. 
si dice bisessuale. 
l’è istèss. dove lo prende, lo prende. 


Pigs and horses
8 apr
ero rimasta al citofono di una mia compagna di università, sul quale spiccava l'accoppiata 
bravi
porcellini

poi ieri, scorrendo un elenco di nomi in ordine alfabetico, ho letto questo:

abati pino
abeti gino
bianchi tino
CAVALLO lino
DAMONTA nino

come porti i capelli bella bionda guardi, dipende molto dalle serate…
4 apr
dal parrucchiere. 
uomo sui trentacinque: devo tagliare i capelli
parrucchiera martina: va bene
ust: li vorrei un po' corti qui, ma non troppo; sopra vorrei mantenere questa lunghezza; la linea qui dietro deve rimanere questa.  lei cosa avrebbe in mente? per favore, non prenda iniziative senza avvisarmi
pm: possiamo tenere qui così, ma sfoltire di là, accorciare cosà e soppalcare così.
ust: no, accorciare cosà no
pm: allora sfoltiamo qui e accorciamo colì
ust: sì, però non troppo
pm: stia tranquillo.

seguono quaranta minuti in cui la parrucchiera martina esegue il taglio all'uomo sui trentacinque, avvertendolo, prima di ogni sforbiciata, di come sta per intervenire sulla chioma e quali conseguenze avranno tali mosse sulla linea complessiva della chioma suddetta. talvolta l'uomo sui trentacinque approva senza esitazioni, talvolta nascono dibattiti che manco a ballarò.
alla fine l'uomo se ne va apparentemente soddisfatto, la parrucchiera martina ha perso sei chili ed è sull'orlo di una crisi di nervi.

più o meno nello stesso momento

io: tagliamo di brutto
parrucchiera anto: corto medio o corto corto?
io: fai tu, tanto ricrescono.


29 mar
nove meno un quarto, il tram è fermo al semaforo davanti alla sede del consiglio regionale.
improvvisamente, un signore dall'aspetto pacioccone e pacioso  si alza, apre uno dei finestrini, si sporge pericolosamente fuori e urla nel vento e nel traffico: 
"bunga bungaaaaaaaa! bunga bungaaaaaaaa! bunga bunga per tuttiiiiiiiii!".
 poi richiude il finestrino, sorride compiaciuto e si avvia verso l'uscita.


25 mar
compro una libreria della nota azienda svedese e, siccome sono una donna risolta e consapevole, decido di montarla da sola. arrivata a un certo punto, stufa di smoccolare per colpa del cacciavite dei puffi che ho in dotazione, mi chiedo due cose: devo dimostrare qualcosa? ma soprattutto: chimme paga?
 mollo tutto e invio un sms con richiesta di aiuto ad amico a e ad amico g: due persone genere “con un cacciavite in mano fa miracoli”, di quelli che dal frullatore al sommergibile atomico sanno sempre dove mettere le mani e, soprattutto, hanno una cassetta degli attrezzi che è una succursale del brico.
 tre giorni dopo, dopo cena, si appalesa in casa mia l’amico g, con trapano avvitatore e percussore e un arsenale di punte che manco fosse il signor blechedecher pissonalmenti di pissona. 
l’amico g non degna di uno sguardo le istruzioni e prende subito il comando della situazione. “passami i prigionieri, portami il cacciavite, tieni fermo qua, spingi là, a che altezza li vuoi i ripiani, metti le viti lì, ce l’hai una birretta?, e una sigaretta?”, intervallando il tutto con ripetizioni sul momento angolare, il momento di inerzia, le leggi della statica, “perdio, tu ciai la testa piena solo di lingue morte!”.
“ma quante probabilità ci sono che poi ‘sta libreria mi caschi in testa?”
 “le stesse che io abbia intenzione di chiederti di sposarmi” 
“allora è solidissima” 
“comunque ciai troppi libri. smetti di leggere”.

mi credevo che
7 mar
da piccola mi credevo che la mia scuola elementare si chiamasse guidalessi tuttattaccato, e che guidalessi fosse il cognome (ero un pezzo avanti, c'era gente che credeva che il nome fosse guida lessi). 
poi mi credevo che la scuola elementare ferrante aporti si chiamasse in realtà felanta porti, che mi immaginavo fosse un'eroina, o una scrittrice.
 poi mi credevo che nel padre nostro, quando dice ma liberaci dal male, dicesse maliberaci, tutta una parola dal significato oscuro ma dal suono bellissimo.
 infine mi credevo che il treno dei desideri nei miei pensierLi all'incontrario va. 

e adesso vi dico che solo un paio di anni fa ho scoperto che beck in loser non dice so, open the door, ma soy un perdedor.
Il genio
21 feb
Inserzione pubblicitaria che vale più di mille trattati di sociologia e antropologia:

disegno di antichi romani adagiati sul triclinio, che leggono il giornale

testo:

Romani, non v'affaticate!
Fatevi servire.
Il xxx ve lo portiamo noi sulla porta di casa.
Entro le 7,30 del mattino, senza svegliarvi.
Il servizio di consegna è gratuito.
E oltre al giornale: acqua, latte, pane, caffè e cornetti freschi.
non so chi sia il copy, ma lo idolatro.

la lista
16 feb
cose che mi piacerebbe fare prima di morire:


- imparare a ballare il tango, che nella vita serve sempre

- manovrare una gru. sono attratta dalla solitudine del gruista, sali sali sali e ti rintani nella tua cabinetta sospesa fra la terra e il cielo, sbatacchiata dal vento, e puoi farti prendere dal delirio di onnipotenza senza che nessuno ti rompa i coglioni

- manovrare una ruspa, di quelle che scavano e affondano i denti fino al centro della terra

- il giro dei deserti: atacama, gobi, sahara, va bene pure quello del nevada

- varie ed eventuali (si dice sempre così)

il pranzo della domenic
7 feb
domenica, ora di pranzo, sono in fila con l'amica l ad aspettare che si liberi un tavolo; abbiamo lasciato il nome e intanto ci stiamo a fumare una sigaretta di fuori, al sole. arriva il proprietario, "vi secca condividere il tavolo con altre due persone?", "siamo donne di mondo, figuriamoci!" "benissimo, allora, chi è pincopallo? siete tutti al tavolo nove".
pincopallo sono due gay gaissimi, sulla trentina. tristi, genere "mi diverto di più il due novembre".
non dico che dobbiamo fraternizzare per forza e diventare i migliori amici del mondo, ma quanto meno scambiare due frasi di circostanza e poi tornare ognuno a farsi i fatti propri non sarebbe disdicevole - secondo me.
i due, invece, appena assisi al tavolo frappongono una barriera invisibile quanto insormontabile; non paghi, quando arriva il cameriere a prendere le ordinazioni, prima di tutto ci tengono a specificare che non siamo insieme e che i conti andranno divisi.
io e l ci perdiamo nelle nostre chiacchierette, mentre i due, più che conversare, compulsano freneticamente i rispettivi telefonini.
se ne vanno prima di noi, bofonchiando un saluto.
quando è il nostro turno di andare via, il proprietario ci chiede come è andata.
"benissimo, è stato come pranzare con due convitati di pietra!"
"ma come, non avete interagito?"
"guardi, quelli non interagivano manco fra di loro... evidentemente bastavano a loro stessi".
"mi sembra di percepire un leggero sarcasmo". e ride.

 

sviste
28 gen
scorro rapidissimamente i libri in offerta su un noto sito di vendite online.
fra baricchi e kinselle come se piovesse e orde di manuali per negati su qualunque argomento, il mio occhio coglie un titolo a dir poco interessantissimo: "orgasmi facili e divertenti".
sto per metterlo nel carrello, da autentica campionessa mondiale dell'acquisto emotivo quale sono, quando mi rendo conto che in realtà il titolo tanto promettente è un altro: "origami facili e divertenti".
l'ho lasciato lì.

the man i love
20 gen
ieri sera verso mezzanotte sono finita sulla cinque che trasmetteva uomini e donne, e c'era un tronista trentenne conteso fra una ventenne slavata dalle unghie inquietanti e una quarantenne psicolabile che piangeva e si disperava, "lo amo!, lo amo!, ma ho quarant'anni, non posso competere con una così giovane, lui sceglierà lei, e pensare che sono sempre stata una primadonna nelle mie storie d'amore!" e poi si faceva venire una crisi di nervi e la portavano al pronto soccorso, all'uscita del pronto soccorso ovviamente c'era ad aspettarla il tronista e si abbracciavano, e lei piangeva ancora ma perché era contenta, poi nel giro di dieci secondi - e non chiedetemi il motivo, non l'ho capito, o forse non c'era proprio - iniziava una sciarra a colpi di "stammi lontana, non ti voglio più vedere, fatti curare, sei uno stronzo, mi hai rotto il cazzo, sei una merda, no, la merda sei tu", e altre frasi carine del genere e la quarantenne inseguiva il tronista per strada perché voleva chiarire e quello non ne voleva sapere, il tutto all'isola tiberina e ponte cestio che sono sempre una scenografia suggestiva (e peccato che il sangiacomo l'hanno chiuso, via del corso o via di ripetta come location forse erano ancora meglio).
ho spento invocando l'abbattimento di un cataclisma selettivo sulla redazione e il cast di quel programma.
 
i want a new drug
17 gen
c'è questo canale - rialtaim, si chiama - che trasmette solo programmi in cui ti aiutano a comprare casa (niente monolocali a torbella o bilocali a quarto oggiaro, solo attici a montemario, ville in sardegna con 5000 mq di giardino, ar limite mediamente 100 mq a venezia in stabile del settecento tutelato dalle belle arti),  ti organizzano il matrimonio (la cerimonia si svolge sempre in qualche pieve o abbazia, il ricevimento si fa sempre nella tenuta di famiglia o di un amico di famiglia, al ricevimento suonano gli arpisti, mica i neomelodici), ti insegnano come ti devi vestire.
gli esperti appartengono a due categorie:
tipiche sciure milanesi dall'aspetto cattivissimo, fighe di legno conclamate, simpatiche come un cactus su per il culo, dalle quali non mi farei consigliare nemmeno dove andare a comprare il giornale;
gay molto gay, di quelli che a telecamere spente portano la borsetta all'avambraccio, che si sentono molto maestri di stile e ai quali non farei scegliere nemmeno lo stile per la gara di nuoto di mio nipote.
per entrambe le categorie sembra indispensabile giocare coi volumi e col colore (la stanza è un buco, ma se giochiamo col colore da 3 mq passa a 30 mq), entrambe le categorie parlano di capello e pantalone al singolare (il capello così non va, questo pantalone è  fuori moda), talvolta di panta, ma solo se il panta è sportivo, in tal caso diventa invariabilmente un panta divertente, come una formula omerica.
i cercatori di casa, i bisognosi di nuovi look e i promessi sposi sembrano tanti pupazzi, e mi stanno tutti odiosi.
ciò nonostante, quando ci sono loro,  non riesco a staccarmi dalla tv.

la scighera la lassa el temp come l’era
13 gen
che poi quel giorno a ostia, siccome il mare d'inverno è un concetto che la nostra mente considera, siamo andati in spiaggia e si stava da dio e abbiamo raccolto le conchiglie e i sassi tigrati e scritto i nostri nomi e merry christmas sulla sabbia e l'amica g voleva portarsi a casa un tronco per farne un attacapanni alternativo.
conchiglie e sassi tigrati adesso fanno bella mostra di sé in una scatolina di latta allocata sulla mia scrivania e sembra una spiaggia zen senza la sabbia, una versione ancora più a secco del karesansui, così non hai nemmeno la rottura di coglioni di fare i ghirigori col rastrello.
e in giornate come questa, con la scighera che è tornata in città dopo un secolo, meno male che ci sono le conchiglie e i sassi tigrati.

nostalgia (e se non avete fatto il calssico, peggio per voi)
11 gen

la cristoforocolombo (tutto attaccato) corre in mezzo ai pini e basterebbe già solo questo a fartela amare perdutamente. l’hai fatta dodici miliardi di volte, eppure quando arrivi verso la fine e c’è quella salitella terminata la quale vedi il mare e dopo pochi metri sbuchi dritto dritto sulla rotonda di ostia, ti prendono sempre le farfalle allo stomaco, quell’entusiasmo infantile che non hai mai perso, quell’allegria da naufraghi, “il mare!, il mare!”, starnazziamo tutti in coro, “thalassa!, thalassa!”, pensi tu, ma più che un’anabasi è un nostos


soundtrack
10 gen
sul mio ipod c'è un po' di tutto: pearl jam, joe jackson, mano negra, negresses vertes, rem, radiohead, massive attack, rhcp, burt bacharach, frank sinatra, molta musica anni ottanta (le dirò sinceramente l’ascoltavo dal settanta, pensi!) e molta di quella musica che io definisco di cazzeggio (uno per tutti: ballo ballo della mitica raffa). 
stamattina mentre venivo in ufficio a piedi ho ascoltato - e cantato:

carlo zampa che declama la formazione della roma in roma - parma, ultima di campionato 2000-2001 (questa non l'ho cantata ma ho fatto la curva)

left to my own devices (pet shop boys)

ask me (the smiths)

once in a lifetime (talking heads)

hound dog (elvis presley)

sara (fleetwood mac)

il battito animale (raf)

the taste of your tears (king)

non mi rompete (bms)
e se non ve ne piace manco mezzo, ciccia ar culo!


cazzarismo senza limitismo
2 gen
seduti su una panchina, il londinese ed io osserviamo due cani che si annusano, si strusciano, si leccano, insomma, il solito teatrino di un cano e una cana che si incontrano.
“ci hai mai pensato?”, mi dice il londinese. “a come sarebbe se anche per gli umani fosse come per i cani, che cammini per strada, ti imbatti in una e lei ti dice “se non ha nulla in contrario, quasi quasi le farei un pompino”, “ma prego, posso ricambiare in qualche modo? ”, un bel 69 in the middle of the road e alla fine…”
“s’oo semo visto!”
“sì, s’oo semo visto, see you never! perché ridi?”
”e me lo domandi?”
 “a tellu’, però ammettilo: è bello vedere che dopo più di trent’anni siamo rimasti gli stessi cazzari di sempre!”