venerdì 21 dicembre 2012

it's the end of the world as we know it and i feel fine

stamattina, la mattina del giorno della fine del mondo, scendo dal tram e a momenti vengo investita da una stronza in motorino con coprisella di luivuittòn e copertina ghepardata.
la stronza è stata a sua volta investita da una pletora di improperi, tutti molto gioiosi e squillanti stante lo spirito natalizio.
tu dimmi se io mi devo perdere lo spettacolo di arte varia dell'apocalisse per colpa di una che va in giro a far danni col motorino griffato.

domenica 16 dicembre 2012

six feet under

in metropolitana, l'occhio mi cade su una pubblicità:
stanchi della solita agenzia funebre?
finalmente da oggi c'è xxx
premesso che tutti noi abbiamo la nostra solita agenzia funebre di fiducia, presso la quale ci rechiamo settimanalmente dopo essere stati al super e dal panettiere, questi signori con 1400 euri ti danno

  • cassa accessoriata a norma di legge (e io vorrei tanto sapere di quali accessori stiamo parlando)
  • trasporto con autofunebre (tutto attaccato) di nota casa automobilistica tedesca
  • cuscino di fiori misti (sicuramente infarcito di garofani e gladioli, quelli che detesto)
  • coccarda
  • tavolino e libro delle firme
  • assistente di conforto (come i generi)
dopo avere letto una pubblicità come questa, non vi viene subito voglia di sopprimere un congiunto a caso?




venerdì 14 dicembre 2012

anni ballando ballando reagan-gorbaciov

nevica. e a giudicare dalla quantità di sciure in moonboot, pelliccia e colbacco alla raissa gorbaciova che vedo in giro, me pare de sta' a cortina, sul set di vacanze di natale.

lunedì 10 dicembre 2012

locali ultrastellati

il posto è quello scrausissimo di sempre, dove andavamo da piccole coi nostri genitori, poi coi compagni di scuola, poi coi fidanzati o presunti tali e gli amici. rispetto a quelle epoche, hanno cambiato i tavoli (ma sempre de formica so': rossa temporibus illis, begiolina adesso).
cmq l'altra sera per quattro pizze, du' bire, du' coche, du' ventaji co' 'a crema, du' fette de torta de visciole e l'artra saletta tutta per noi ("potete sta' qua quanto ve pare, tanto er tavolo nun me serve") abbiamo speso 42 euro.




domenica 25 novembre 2012

terzo tempo inoltrato


roma, il giorno di italia contro gli all black, verso le ottemmezza di sera. 
alla fermata del foro italico l’autobus si riempie di tifosi ben oltre il terzo tempo che cantano a squarciagola e con tutti i sentimenti l’inno di mameli, poi passano al popopopopooooo, a yellow submarine, a bevo, bevo, quando bevo son felice anche se poi vomito, si esibiscono nella haka. il tutto senza soluzione di continuità. parte il coro "francese pezzo di merda" e a quel punto si alza la vocina di una ragazza: "potete gentilmente evitare cori razzisti?" “aho’, ma che, sei francese?” è la risposta. 
la sequenza riprende, come in loop: inno di mameli, popopopopooooo, yellow submarine, bevo bevo, haka… una signora impellicciata e fresca di meches chiede “si può sapere dove scendete?” “a piramide, signo’!” “ennò, a piramide scendo pure io, chi ci arriva in queste condizioni? ma perché non scendete a trastevere, che è tanto bello?”.
io ho riso come un ebete tutto il tempo.

lunedì 1 ottobre 2012

nazioni unite


veniamo accolti da un “benvenuti nella sala rossa del campidoglio di roma capitale” che mi fa pensare di essere lì per una visita guidata, invece che per la celebrazione di un matrimonio. 
che poi eravamo tutti ancora un po’ sgomenti perché il matrimonio precedente era stato celebrato da aledanno in persona, ed eravamo pronti alla fuga di massa al grido di fasciodemmerda, ma per fortuna se ne è andato via lui.
cmq, più che un matrimonio pareva una riunione dell’onu, visto che fra sposi e invitati c’erano una texana, un newyorchese, un’australiana, due londinesi, una kenyota coniugata con un napoletano con figlio nato alle isole fiji, un paio di spagnoli e rumeni. 
cinesi e giapponesi non pervenuti, e meno male altrimenti sarebbe finita così
http://www.youtube.com/watch?v=-SlmMQnlFVY

giovedì 20 settembre 2012

punti di vista

in ufficio.
il capo a me: "hai mandato tua sorella in ufficio oggi? una volta tanto sei vestita da femmina vera"
venti minuti dopo, il grandissimo capo a me: "ma come ti sei vestita? sembri una suora!"
metteteve d'accordo.

giovedì 13 settembre 2012

mi vanto

ho dovuto sintetizzare un documento tecnicissimo di 185 pagine in 4 cartelle, mi ci sono spaccata le corna per due giorni ma alla fine mi sono beccata pure i complimenti per "l'eccellente lavoro, tutt'altro che facile".
io non la finirò mai di ringraziare tacito.
e a chi sostiene che il liceo classico non serve a un cazzo rispondo "beato te che non capisci niente".

lunedì 10 settembre 2012

non ci sono più i cosacchi di una volta


oltre che di italiani coatti da vergogna e ignorantissimi (“andiamo a vedere la casa di anna frEnk!”), amsterdam è piena zeppa di turisti russi. chiassosi, pacchiani, brutti, impresentabili. Una legge i romanzi russi, si fa tanti viaggi mentali su anna karenina, stavrogin, il principe andrej, alioscia, il maestro e margherita, oblomov e se li immagina come personcine distinte o quanto meno normali; e poi si ritrova davanti i loro discendenti che sembrano usciti pari pari da una puntata dei sopranoski.

giovedì 6 settembre 2012

misure preventive

i colleghi: "sandali con zeppa da 10 cm... smalto blu scuro... ma cosa è successo che oggi hai un look così aggressive?"
io: "niente, è che ho deciso che dovevo essere io a prendere a mozzichi la giornata prima che la giornata prendesse a mozzichi me".


mercoledì 5 settembre 2012

sotto questo sole è bello pedalare ma...





siccome pare brutto astenersi, decido di cimentarmi nel tour in bicicletta del waterland district, insieme a un manipolo di perfetti sconosciuti: quattro maschi canadesi sui 45/50 che fanno gli splendidi con qualsiasi forma vivente di sesso femminile; tre ragazze danesi; una famiglia giapponese (padre sorridente, madre sorridente con cappello di paglia a tesa larga, figlio piccolo sorridente che diventa subito la mascotte del gruppo, figlia bellissima non sorridente, modello adolescente inquieta uscita pari pari da un romanzo di murakami); maritoemoglie americani sui 50, abbigliati come se dovessero affrontare la crono al giro d’italia ma che vanno subito in crisi con il freno a retropedale e che riusciranno a perdersi a 200 metri dal posto in cui dobbiamo riconsegnare le bici.
35 km in mezzo a canali, mulini a vento, prati verdissimi, pecore e mucche, sotto un sole a picco. vabbè, ma tanto qui è tutta pianura, non si fatica. col cazzo! non ci sono le salite ma c’è il vento che naturalmente, qualsiasi direzione si prenda, soffia spietato contro te e la tua bici e costringe il tuo ginocchio disastrato a sforzi titanici. e ho pure pagato. però, vuoi mettere la soddisfa quando scendi dalla bici?

martedì 4 settembre 2012

un paese civile



e adesso ditemi voi se questa smoking area (o rookzone che dir si voglia) coi girasoli impazziti di luce non farebbe venire voglia di fumare come due turchi anche al salutista più ortodosso.

lunedì 3 settembre 2012

cicciarculo

dialogo fra tellurica e il custode dall'aria sorniona del gemeentemuseum di den haag (aka l'aia)

t: excuse me, where is the girl with a pearl earring?
cdas: hahahahahaha! she's in tokyo!
t: good for her.


sticazzi, tanto il mio vermeer preferito è un altro. tie', e anche cicciarculo.


mercoledì 8 agosto 2012

a milano ad agosto per strada non c'e nessuno...

...grazie al cazzo, sono tutti (115 persone, per l'esattezza) davanti a me in coda per rinnovare la carta d'identità!


lunedì 30 luglio 2012

e sono soddisfe

premesso che a me la pellegrini sta sul cazzo fin dai tempi di atene 2004, era da mo che riponevo le mie speranze in una oscura nuotatrice delle isole tonga che la prendesse a sportellate.

una volta tanto, chi vive sperando non muore cacando.





venerdì 8 giugno 2012

scanalando


ultimamente mi sono un po’ intrippata con le repliche di siesai miami. metto l’audio originale in inglese, i sottotitoli in italiano e via. 

nella versione originale, la detective bionda ha una insopportabile vocetta gne’ gne’, la medichessa che fa le autopsie ha una vociona da travone, il sergente tripp pare che ciabbia i ceci in bocca, horatio emette sentenze definitive anche per avvisare che deve andare in posta a pagare le bollette. il quale horatio deve inoltre avere seri problemi di postura perché sta sempre di tre quarti, perennemente se encoge de hombros, e sporge il capino che manco una tartaruga dal carapace.
ma la cosa che mi fa impazzire è che questi vanno sulle scene del crimine muniti di quelle che apparentemente sono le torce dei puffi, ma in realtà devono essere dei fari di alessandria miniaturizzati, perché riescono a trovare frammenti di fibre e un capello anche a duecento metri di distanza, sotto il sole a schioppo di miami.

giovedì 31 maggio 2012

fauna su due ruote

in questo periodo dell’anno andare in vespa è una vera guduria.
né troppo caldo, né troppo freddo, temperatura ideale, e quando passi per via vittor pisani puoi fare finta di essere a sabaudia, invece che in un quadro di de chirico come ti succede d’inverno.
purtroppo però questo è anche il periodo dell’anno in cui le strade pullulano, oltre che dei consueti automobilisti incarogniti, di categorie che io, se fossi capo del mondo, non esiterei a sterminare e fra le quali spiccano:

  • le cicliste svagate: esseri di sesso femminile, generalmente abbigliate in gonnelloni svolazzanti, a bordo di biciclette accessoriate con cestini sovradimensionati, rigorosamente di vimini, talvolta foderati di stoffa modello le dejeuner sur l’herbe; vanno a due all’ora, con andatura oscillante, perché nel loro intimo se pensano che stanno pedalando nei campi di lavanda in provenza, e non sulla circonvalla esterna.
  • i ciclisti che “siccome vado in bici e non inquino, faccio quello che voglio”: sprezzanti della vita, vanno contromano per melchiorre gioia, pedalano a luci spente nella notte, passano col rosso e osano pure fare la faccia contrariata quando li sfanculi perché li eviti all’ultimo momento.
  • gli scuteristi in andropausa: 40/50enni che, ormai a corto di testosterone, sublimano ricoprendosi di tatuaggi e acquistando lo scuterone che li fa sentire ancora ggiovani. la scelta del modello si restringe a due categorie: scuterone gigantesco che non passa fra una macchina e l’altra e sul quale siedono come se fossero assisi in trono, o scuter con tettuccio, una contraddizione in termini. in entrambi i casi, gli scuteristi in andropausa sono delle mine vaganti, delle schegge impazzite, anche perché guidano come cani drogati.
  • le scuteriste frou frou: cianno sempre freddo e anche ad agosto le vedi con copertina, coprimanopole e parabrezza. siedono in pizzo in pizzo al sellino, viaggiano in mezzo alla carreggiata, non mettono le frecce, frenano in curva, si truccano ai semafori e la loro unica preoccupazione è intonare il casco a fiorellini col rossetto.
varie ed eventuali.

giovedì 24 maggio 2012

mi girano le pale


furibonda perché per colpa di un povero stronzo di torino ero rimasta in ufficio fino alle 21, avevo proclamato l'intenzione di procurarmi un bazooka.
so che c'è un negozio in cadorna che li vende, se hai fortuna riesci a utilizzarlo già da lì, aveva scritto l'amico c.
fino a torino?, replicava dubbioso il guru.
finché poi è arrivato l'amico m, che ha sparecchiato scrivendo queste parole:


Apocalypse now! 
Noleggia un elicottero da combattimento dall'aviazione russa, poi voli a 
Torino e metti la cavalcata delle valchirie appena sopra Chivasso (o l'inno di 
Topolino che magari è meglio.. "Assomigli a tutti noi sei furbo e birichin 
Topolin Topolin viva Topolin ecc.), il tipo sente la musica, esce a vedere 
cosa succede e tu lo mitragli in giardino insultandolo, mettendo la testa fuori 
dal vetro.



da quel momento, ogni volta che ho a che fare con cialtroni e/o cacacazzi e/o persone con cervello popolato unicamente da scimmie urlatrici, mi vedo in elicottero che spargo napalm come il verderame, mettendo la testa fuori dal vetro. 
e mi sento subito meglio.

mercoledì 16 maggio 2012

viaggio con bagaglio leggero


  • portafogli
  • portadocumenti
  • portapatente e documenti della vespa
  • occhiali da sole
  • occhiali per il computer
  • occhiali vecchi da mettere sotto il casco perché quelli nuovi sono tanto fichi ma non ci stanno
  • chiavi di casa
  • chiavi della vespa
  • chiavi del box
  • chiavi dell’ufficio
  • agendina
  • rubrica sbrindellata che sta insieme col pensiero e che contiene numeri di telefono prezioserrimi
  • taccuino per appunti estemporanei
  • penna
  • chiavetta usb
  • cell
  • carichino del cell
  • ipod
  • cavetto dell’ipod
  • mini pochette con zip che contiene fazzoletti, burrocacao, minikit da cucito, assorbenti, cerotti, collirio
  • mini pochette etnica acquistata dai fricchettoni di calle floridia a baires che contiene pacchetto di sigarette e due accendini 
potrebbe sembrare la borsa di mary poppins, invece è la mia.

martedì 15 maggio 2012

lunedì 7 maggio 2012

colazione da spiffany

amico c, andrei a comprare il regalo per l’amica a. vieni anche tu?
certo che ti accompagno
ce la fai tra mezz’ora?
non mi lavo e arrivo
eh, non ti lavi perché tanto devi uscire con tellurica, mica con la tipella che ti porti alla festa stasera...
quanto sei scema, per te mi lavo, mi faccio le meches e pure la french, però allora ci vediamo fra due ore
vieni non lavato
ok, allora ci vediamo alle dieci e mezzo in via della spiga.

in via della spiga c’è la gioielleria spiffany, ed è lì che siamo diretti io e l’amico c per acquistare un ciondolo che reca l’incisione della lettera a, a come amica a,  confidando di sbrigare la questione in dieci minuti.
illusi.
da spiffany dobbiamo metterci in coda e davanti a noi ci sono 35 persone.
“e che è, l’assalto ai forni?!”
“poi dice che c’è la crisi”, commentiamo facendo sfoggio di originalità.
“e se quando arriva il nostro turno ci dicono che la lettera a non ce l’hanno?”
“sono già pronto a prendere a pugni la commessa”
“ce la facciamo incidere apposta”
“anche in arial, anche in cirillico”
"ma da spiffany a mosca secondo te i ciondoli con le iniziali sono in cirillico?"
"e da spiffany a atene sono in alfabeto greco?"
"se hanno finito le a ci facciamo mandare da atene una alfa"
"ma non potrebbero fare due file, una per i decisi (noi) e una per gli indecisi (il resto del mondo)?"

dopo 45 minuti arriva il nostro turno.
"vorremmo vedere i ciondoli con la lettera a"
"piccolo, medio o grande?"
"piccolo e medio, grazie".

"ecco il piccolo", fa la commessa.
a questo punto, senza bisogno di consultarci, l’amico c ed io all’unisono ensemble ci togliamo gli occhiali, ci inchiniamo e avviciniamo il capino a quello che dovrebbe essere il ciondolo piccolo e che per noi è un puntolino infinitesimale.
“prendiamo il medio, crepi l’avarizia”, dice l’amico c
“sì, siamo dei gran signori”
“no, è che il medio costa sempre meno di un microscopio”.

domenica 29 aprile 2012

i love shopping


vado alla nota catena svedese di abbigliamento per comprare un paio di jeans, un’operazione apparentemente priva di particolari difficoltà, visto che i jeans che voglio io devono avere un unico requisito: non devono attufare (dove per attufare si intende l’azione di soffocamento e implosione causata dalla eccessiva pressione e stretta della stoffa sugli arti inferiori e sui fianchi). 
le mie convinzioni vacillano non appena mi accorgo che esiste una tabella, che riporta tutte le combinazioni possibili di modelli di jeans e che in teoria dovrebbe semplificarti la scelta, ma che in realtà risulta criptica come la stele di rosetta prima dell’arrivo di champollion. 
dalla tabella apprendo che quelli che a miei tempi si chiamavano jeans stretti e a cica, ora si chiamano something ultraslim e ce ne sono interi scaffali. purtroppo la tabella non riporta nessun modello something not attufing, e solo dopo approfonditi studi e confronti evinco che i più simili ai miei desiderata corrispondono alla categoria straight regular.
di straight regular ne sono rimasti tre, inguattati nell’angolo più nascosto del reparto, misure: 26, 27, 28.
scopro che per calcolare la tua misura devi aggiungere 14 alla taglia indicata; solo che io, forse perché come sempre quando si tratta di numeri mi distraggo, aggiungo 11, moltiplico per 3,14, divido per sei col resto di due e decido di portare meco nel camerino tutti e tre i jeans.
nel camerino, osservo con orrore e raccapriccio la mia immagine riflessa in uno specchio che, con mio sommo rammarico, non ha fotosciop integrato; decido che quello è uno specchio deformante, scarto dei luna park dei film de paura da quattro soldi, e che in realtà la mia immagine è quella di sempre, ovvero una via di mezzo fra angelina e monica e torno a sorridere alla vita. 
per puro culo il primo paio di jeans che provo mi sta e non attufa, quindi mi dirigo alla cassa tutta trionfante e anche un po’ estenuata.

lunedì 23 aprile 2012

manifesto del manicotto


un po’ per celia, un po’ per non morire, è nato il club delle sciure: un numero variabile di donne che si riuniscono in base al principio che la frivolezza è un valore aggiunto, che la vera sciura è risolta e consapevole, non deve dimostrare niente a nessuno e quindi può, anzi è per lei un imperativo morale abbandonarsi a conversazioni e attività futili e inutili.
nel corso di tali conversazioni si è stabilito che fra i modelli di riferimento sciurili ci siano, ad esempio, la marchesa di merteuil e alma mahler e si è giunte all’elaborazione di quella che è stata definita la filosofia del manicotto, dove per manicotto non si intende il giunto usato per collegare i tubi, ma quell’accessorio, inspiegabilmente passato di moda, in cui si infilano le mani per ripararsi dal freddo.
le sciure vagheggiano il ritorno del manicotto; ovviamente di pelliccia, possibilmente di zibellino (noblesse oblige). 
perché il manicotto non è un semplice accessorio, ma una dichiarazione di intenti: nel manicotto, oltre alle mani, al massimo c’è spazio solo per il fazzoletto, o per il rossetto. e tutto il resto? chiavi, portafogli, cellulare, dove li metti? tsk, queste sono zavorre, pleonasmi, inutilia. 
per simili quisquilie, per questi aspetti prosaici e terra terra c’è l’accompagnatore: padre, marito, fratello, amico, maggiordomo, valletto, primo pirla che passa per strada, il quale si fa carico di aprire porte, pagare i conti, recapitare messaggi, fronteggiare le cacacazzerie, semplificare la vita della vera sciura. 
perché noi, sciure in pectore che nella vita reale ci affanniamo a destra e a manca come trottole impazzite, non ciabbiamo più voja de fa’ ‘n cazzo e vorremmo un bel manicotto, anche in finto castorino, anche in topo morto, per rifiatare almeno cinque minuti cinque.

martedì 10 aprile 2012

l'importante è l'armonia in famiglia

sul treno da roma a milano viaggio accanto ad una famigliola - madre, padre, figlio sui dieci anni - apparentemente da mulino bianco. sono tutti belli, glaucopidi e molto gentili fra loro, ma una certa tensione aleggia nell'aere. 
me ne rendo conto perché la madre, sia pure con tono calmo e pacato, non perde un'occasione che è una per rinfacciare qualcosa al padre.
non so dove hai messo il tuo zainetto, devo curarti io le tue cose? 
piantala di masticare la gomma in quel modo 
sei tu che hai voluto l'auto a due porte, quando lo sapevi benissimo che io la volevo a cinque porte! 
guarda se tua figlia si degna di chiamare...
und so weiter.
il padre non reagisce, ne deduco quindi che è sordo, o è rassegnato, oppure ha qualcosa da farsi perdonare. e infatti, piano piano salta fuori che il giorno di pasqua era suonato l'allarme di casa loro collegato al cellulare del padre, il quale padre non si era minimamente scomposto, né aveva ritenuto opportuno indagare sull'accaduto. 
"se entro in casa e ci sono stati i ladri tu non hai idea di cosa faccio", ha sibilato la madre. 
avrei voluto esserci.

venerdì 30 marzo 2012

amo questa donna*

- che ti vedi stasera in tv?
- a ma', me vedo montalbano! e tu, chette guardi?
- io mi guardo l'isola dei famosi. lo sai che sono trash, non intellettuale come te! hahahahahahahah! (risata sardonica e sgangherata)

*(e non solo perché è mia madre)


mercoledì 28 marzo 2012

ma la gazzetta pareva brutto?

nella sala d’attesa dell’oculista, aspettando che facessero effetto le gocce di atropina, fra un libro su jacopo bassano, uno su magritte e uno sul barocco, ho adocchiato una copia di il mondo come volontà e rappresentazione.


adesso rientro dentro, mi interroga su schopenhauer, io rispondo noia e filosofia lontano da casa mia! e mi mette l’acido muriatico nelle pupille, ho pensato sgomenta.

venerdì 23 marzo 2012

latinorum

mi arriva un documento scritto a quattro mani da due colleghi. l'occhio mi cade subito alla terza riga, dove, in corsivo, spicca un bellissimo condizio sine qua non.
ora, se non hai studiato latino non c'è niente di male (anche se, dal mio punto di vista, ti sei perso moltissimo). c'è moltissimo di male, invece, se non lo hai studiato, lo vuoi usa' e lo usi a cazzo di cane.

giovedì 15 marzo 2012

ai spik inglish

tre ore di riunione, di quelle dove tutti sono smart e hanno la vision della mission e una parola su tre è in inglese, e naturalmente l'inglese non è quello del londinese il quale, nonostante viva a londra da oltre vent'anni, dice o clocche e oqqqquord, ma quello delle tipelle che dalla brianza velenosa sono andate a lavorare nella multinazionale e tra una conference call e l'altra hanno capito che si dice mànagement e non manàgement.
e forse è per questo che una delle tipelle in questione per tre volte ha parlato di imbargo anziché di embargo e, non paga, ha detto liuisss quando invece doveva solo leggere come è scritto l'acronimo di libera università internazionale degli studi sociali.

lunedì 12 marzo 2012

solidarietà femminile

mai avrei creduto che un giorno sarei stata dalla parte della carfagna.
eppure vederla lì che, senza scomporsi, prendeva a metaforiche tortorate quella figadilegno della costamagna, simpatica come dieci cactus su per il culo, mi ha fatto pensare che, se le fossi stata accanto, alla bisogna le avrei dato er tortore di riserva.

lunedì 5 marzo 2012

quick & dirty

amico g: ma tu il bidet lo inforchi o lo prendi in retro?
io: eh?
amico g: massì, ti ci siedi faccia al muro o spalle al muro?
io: lo inforco, ma perché me lo chiedi?
amico g: perché l'altra sera ero con marco e altri due e mi hanno guardato come un marziano perché ero l'unico che lo inforca. e allora sto facendo un sondaggio per capire se sono davvero l'unico pirla o i pirla sono loro.
io: secondo me è un domandone che meriterebbe di essere inserito nel prossimo censimento, così chiariamo la questione una volta per tutte.
amico g: brava!

giovedì 23 febbraio 2012

per andare dove dobbiamo andare per dove dobbiamo andare?

alla fermata del tram spicca un cartello che reca scritto quanto segue (copiato fedelmente):


avviso
fermata soppressa
esercizio provvisorio in due tratte e istituzione collegamento automobilistico sostitutivo
si comunica che, causa lavori, dalle ore 7,30 alle ore 18,00 di sabato 18 febbraio 2012, la linea in oggetto viene esercita in due tratte separate, parco nord-lagosta e ortica-via galvani, che proveniente da ortica, giunta in v.le tunisia, percorrerà in una sola direzione l’anello lazzaretto/v.veneto/repubblica/montesanto/galilei/filzi/galvani/vitruvio/

settembrini/lazzaretto/tunisia regolare.
tra 4 novembre e istria sarà in funzione un collegamento automobilistico.
per ortica con linea “5 colleg” in:
carreggiata laterale, sino a 4 novembre, indi linea “5 limit” in duca d’aosta lato stazione.



io ho capito solo che quel giorno era meglio andare a piedi, in auto, in moto, in risciò, in monopattino, a cavacecio. 
tutto, fuorché prendere il tram.

mercoledì 22 febbraio 2012

pet therapy

ieri al dave letterman show ho imparato che il tasso del miele, al quale non daresti manco duemilalire di fiducia, visto che sembra un mocio bicolore e peloso, è l'animale più impavido del mondo e non ci mette né uno né due ad attaccare un leone o un elefante.
da ieri il tasso del miele è diventato uno dei miei animali preferiti, insieme ai suricati, alle sule dai piedi azzurri e ai cani tuffatori.

martedì 14 febbraio 2012

la moglie dell'astronauta

l’astronauta non è proprio giovanissimo, ma, vuoi perché è alto alto, vuoi perché cià comunque er fisico, vuoi perché indossa la divisa dell’agenzia spaziale, vuoi perché da piccola volevo fare l’astronauta e se avessi un cane lo chiamerei yuri in onore di gagarin, cià un suo perché. 
sono lì che lo guardo e penso tutte queste cose ma me le tengo per me, quando l’amico c. mi dice: “tellurica, a te ti ci vorrebbe uno così. un vero uomo, uno che non è manco di acciaio ma di amianto, pure un po’ tossico! peccato che questo è già occupato”. 
eggià.

lunedì 13 febbraio 2012

paradas

a buenos aires vedevo qua e là lungo i marciapiedi persone in coda, apparentemente senza un vero perché.
poi ho scoperto che aspettavano l'autobus. e che le fermate degli autobus porteñe sono anche così:


sabato 11 febbraio 2012

oooh bambajoooh


è successo che nel digitare la password su gmail mi sono avvalangata sulla tastiera e ho pestato un tasto misterioso e sullo schermo è apparso questo (ho fatto copia&incolla perché non ci volevo credere):

Mtazamo wa Google kwa barua pepe.

Gmail imeundwa na wazo kuwa barua pepe inaweza kuwa angavu, mathubuti, na yenye kufaa zaidi. Na pengine hata ya kuburudisha. Isitoshe, Gmail ina:
Nafasi kubwa
Zaidi ya megabaiti 7678.527966 za hifadhi bila malipo (na bado).
Barua taka chache zaidi
Weka barua zisizotakiwa mbali na kasha pokezi chako.

Popote ulipo
 Pata Gmail kwenye simu yako

ignoro quale lingua sia (probabilmente quella di bozambo), ma sono impazzita per megabaiti e popote. Ma anche na bado non è male.

giovedì 9 febbraio 2012

accademia della crusca

mi arriva una email che termina con le seguenti parole:
se potrebbe dirmi i pareri di xxx, gliene sarei molto grato.
mi era venuta voglia di rispondere se li avrei saputi mo' te li imparavo, ma dubito che avrebbe colto la dotta citazione.

lunedì 6 febbraio 2012

non perderti per niente al mondo lo spettacolo di arte varia

alla fine qual è meglio, chiede frutta.
è più efficiente l’atm dell’atac (anche se, in una città che è un terzo di roma e non ha il budello del lungotevere, ci vuole poco). 
ma l’atac cià il valore aggiunto. 
perché una volta sul novecentodieci l’autista a un certo punto ha urlato “ahò, io ‘sta linea nun l’ho mai fatta, da adesso in poi la strada nun la so  più”, e tutti noi passeggeri ci siamo messi in modalità tomtom e l’autobus lo abbiamo guidato noi: gira a destra, vai dritto, mo’ ferma, a rega’ io devo scenne, chi je la spiega la strada adesso? 
perché una volta sul diciannove una vecchietta si era attaccata al campanello per prenotare la fermata e l’autista le ha detto “sòna, sòna, che mo’ annamo a balla’....” 
perché una volta al capolinea del due il tram era strapieno e non accennava a partire, e un ragazzetto si è rivolto al capannello di autisti lì nei pressi, “a capo, ma parte a peso ‘sto coso?”. 
perché una volta sul seievventotto l’autista, a uno che aveva parcheggiato il suv a cazzo di cane, ha urlato “a deficiente, ma che te credi da esse, er padrone de la strada!?” e a due signori che si erano sbracciati per salire fuori fermata prima li ha fatti salire e poi li ha apostrofati “ma che, m’avete scambiato pe’ ‘n tassì?”. 
insomma, con l’atac, una volta che riesci a prendere i mezzi, è meglio che andare al circo.

mercoledì 1 febbraio 2012

differenze tra roma e milano

a milano prendi la novanta, la sessantuno, la quarantadue, che sono autobus o filovie; ma prendi il due, il nove, il trentatré, che sono tram.


a roma prendi er duottanta, er quattreqqquarantasei, er seievventotto, er diciannove, indipendentemente dal fatto che siano autobus (abbreviato in auto; plurale: gli auti) o tram (er tranve; plurale: i tranvi).

venerdì 27 gennaio 2012

teatrini

chiedo al mio capo se esiste la possibilità - non dico adesso subito, o fra sei mesi, ma insomma in un futuro anche più remoto che prossimo, e naturalmente sempre che l’allineamento dei pianeti sia favorevole, e dopo aver consultato tutti gli auguri aruspici e arvali del caso – dicevo, se esiste la possibilità che io venga assunta. 
parte un panegirico 
“no, perché io sono veramente contento di come lavori, dei risultati che stai ottenendo, dell’apporto che stai dando al gruppo, MA” 
e lo sapevo che c’era la sòla 
“sei entrata a far parte del mio gruppo solo quattro mesi fa ed è un tempo troppo breve per poter fare una valutazione di questo genere”. 
segue mezz’ora di rassicurazioni sulla qualità del mio lavoro (ma non era troppo presto per le valutazioni?) e sul fatto che la mia richiesta verrà comunque presentata al gran consiglio dei partner. 

ma io, opaca dipendente dallo stipendio di argilla che lavoro qui da sette anni, alla mia età ancora devo stare a dimostrare qualcosa a qualcuno per ottenere quello che dovrebbe essere un diritto? 
e soprattutto: ma tu, luminoso dirigente dallo stipendio di giada, non facevi prima a risparmiarmi tutto ‘sto pippardone e dire papale papale “a tellu’, se ti assumiamo ce costi un botto, datte pace e rimani a partita iva a vita!"?

lunedì 23 gennaio 2012

soriso, rise, risata, come me vie' da ride....

ore otto del mattino; sul tram, seduta davanti a me, c’è una tipella con cappottino stiloso, la quale ha stampato sul volto un sorriso modello apollo di veio; il sorriso permane, magari la tipella avrà passato una notte di passione e tenerezza, magari lui le ha chiesto di sposarla, magari lui non le ha chiesto di sposarla, magari è già sposata e il sorriso non è dovuto a mollezza postcoitale perdurante ma a una frase tenera che le avranno detto i suoi bambini prima di uscire di casa, magari sta andando in ufficio e sa già che le daranno l’aumento e la promozione, però che bello iniziare la giornata tra i sorrisoni.... finché scopro che la tipella cià su gli auricolari e sta ascoltando il ruggito del coniglio o che ne so io e io mi sento presa per il culo perché la facevo sorridente di suo, e non per merito di quattro cazzari alla radio.

venerdì 13 gennaio 2012

fratelli di tadzio

vado al bar vicino all’ufficio per il caffè postprandiale e lo trovo affollato di modelli o aspiranti tali reduci da un casting nei paraggi. 
saranno stati una ventina, tutti uguali: biondi, glaucopidi, glabri, efebici e totalmente incapaci di smuovere anche solo mezzo ormone femminile. 
la domanda è sorta spontanea: che fine hanno fatto i maschi maschiali mori, scuri e adeguatamente villosi (come il tipo dello spot di trivago, per capirci), che saranno pure gaissimi ma almeno all’apparenza ti danno l’idea di uno che non ci mette né uno né due a scaraventarti contro un muro e appolipartisi addosso lasciandoti senza respiro?

giovedì 12 gennaio 2012

job interview

conosco il londinese da quando aveva dieci anni e appunto per questo mi sembra impossibile che ora sia uno stimato ed efficiente head hunter.
cacciatore di quali teste?
mah, dirigenti nel private banking, asset management, cose così.
vabbè, mettiamo che noi due non ci conosciamo, non ci siamo mai visti prima e siamo qui perché mi devi fare un colloquio
a tellu', e te presenti vestita così?
cosa ciai da ridire sul mio scamiciato grigio e rosso, molto seventies?
bello, per carità... ma un po' troppo minimalista... l'hai comprato da ikea? no, però è bello, davvero.
quanto sei scemo
a tellu', ma nun te poi vesti' così per un'intervista... se te vedo così, manco te la faccio!
scusa, ma io potrei essere il candidato ideale e tu mi scarti a priori solo per lo scamiciato?
devi veni' cor taierino, le perle, er tacco - alto ma non troppo. allora l'intervista te la faccio
....
no, dài, sto a scherza'. l'intervista te la faccio lo stesso, anche se ciai lo scamiciato de ikea.




lunedì 9 gennaio 2012

senza titolo


ancora non mi capacito di essere stata in un posto pazzesco come questo.
e soprattutto, non mi capacito di essere poi tornata a milano.