alla fine qual è meglio, chiede frutta.
è più efficiente l’atm dell’atac (anche se, in una città che è un terzo di roma e non ha il budello del lungotevere, ci vuole poco). ma l’atac cià il valore aggiunto.
perché una volta sul novecentodieci l’autista a un certo punto ha urlato “ahò, io ‘sta linea nun l’ho mai fatta, da adesso in poi la strada nun la so più”, e tutti noi passeggeri ci siamo messi in modalità tomtom e l’autobus lo abbiamo guidato noi: gira a destra, vai dritto, mo’ ferma, a rega’ io devo scenne, chi je la spiega la strada adesso?
perché una volta sul diciannove una vecchietta si era attaccata al campanello per prenotare la fermata e l’autista le ha detto “sòna, sòna, che mo’ annamo a balla’....”
perché una volta al capolinea del due il tram era strapieno e non accennava a partire, e un ragazzetto si è rivolto al capannello di autisti lì nei pressi, “a capo, ma parte a peso ‘sto coso?”.
perché una volta sul seievventotto l’autista, a uno che aveva parcheggiato il suv a cazzo di cane, ha urlato “a deficiente, ma che te credi da esse, er padrone de la strada!?” e a due signori che si erano sbracciati per salire fuori fermata prima li ha fatti salire e poi li ha apostrofati “ma che, m’avete scambiato pe’ ‘n tassì?”.
perché una volta sul seievventotto l’autista, a uno che aveva parcheggiato il suv a cazzo di cane, ha urlato “a deficiente, ma che te credi da esse, er padrone de la strada!?” e a due signori che si erano sbracciati per salire fuori fermata prima li ha fatti salire e poi li ha apostrofati “ma che, m’avete scambiato pe’ ‘n tassì?”.
insomma, con l’atac, una volta che riesci a prendere i mezzi, è meglio che andare al circo.
"parte a peso" è stupenda
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