lunedì 6 febbraio 2012

non perderti per niente al mondo lo spettacolo di arte varia

alla fine qual è meglio, chiede frutta.
è più efficiente l’atm dell’atac (anche se, in una città che è un terzo di roma e non ha il budello del lungotevere, ci vuole poco). 
ma l’atac cià il valore aggiunto. 
perché una volta sul novecentodieci l’autista a un certo punto ha urlato “ahò, io ‘sta linea nun l’ho mai fatta, da adesso in poi la strada nun la so  più”, e tutti noi passeggeri ci siamo messi in modalità tomtom e l’autobus lo abbiamo guidato noi: gira a destra, vai dritto, mo’ ferma, a rega’ io devo scenne, chi je la spiega la strada adesso? 
perché una volta sul diciannove una vecchietta si era attaccata al campanello per prenotare la fermata e l’autista le ha detto “sòna, sòna, che mo’ annamo a balla’....” 
perché una volta al capolinea del due il tram era strapieno e non accennava a partire, e un ragazzetto si è rivolto al capannello di autisti lì nei pressi, “a capo, ma parte a peso ‘sto coso?”. 
perché una volta sul seievventotto l’autista, a uno che aveva parcheggiato il suv a cazzo di cane, ha urlato “a deficiente, ma che te credi da esse, er padrone de la strada!?” e a due signori che si erano sbracciati per salire fuori fermata prima li ha fatti salire e poi li ha apostrofati “ma che, m’avete scambiato pe’ ‘n tassì?”. 
insomma, con l’atac, una volta che riesci a prendere i mezzi, è meglio che andare al circo.

1 commento: