il taxi che ci ha riportato a casa la notte della vigilia, con
le lucine, i berretti di babbo natale sui poggiatesta, jingle bell rock in sottofondo e il commento del tassista tutto allegro, “a signo’,
pure si lavoro ‘n po’ de atmosfera natalizia ce vole”.
la gratitudine e la gioia di poter andare in giro senza
cappello, senza guanti e senza sciarpa, sotto un cielo tersissimo.
passeggiare a caccia di edifici medievali per via della luce
e piazza in piscinula, via dei salumi e via dei vascellari deserte, con le
lucine fioche appena dopo il tramonto che sembrava di stare in un presepio,
insieme al bostoniano e all’amica g; e sentirci tutti e tre dei legal alien,
noi che in questa città ci siamo nati e cresciuti e adesso abbiamo difficoltà a
raccapezzarcisivicivi.
andare ai mercati traianei, un gruppo di deficienti che hanno fatto il classico nella stessa scuola e nella stessa sezione e ne vanno fieri; farsi prendere la mano e cominciare a parlare in latino: civis romanus sum, eamus, igitur, ad illam ecclesiam!, quo vadis? veni mecum! per concludere poi con un sinottico ibam forte via sacra o fons bandusiae aeneadum genetrix hominum divomque voluptas vivemus atque amemus".
ritrovarsi tutti i giorni e tutte le sere (o quasi), noi che ci conosciamo da
una vita, e non avere perso la voglia di stare insieme, né il gusto per il
cazzeggio sfrenato; e sapere che noi, per noi, ci saremo sempre.
Nessun commento:
Posta un commento