mercoledì 4 febbraio 2015

senectus ipsa est morbus

il figlio undicenne dell’amica c  mi mostra il suo disegno sul tema “decora un vaso greco”.
io, che mi troverei in difficoltà anche solo a riprodurre una decorazione a cani correnti o a occhioni, mi trovo davanti a un ercole che affronta l’idra e che sembra partorito dal pittore di amasis. “bravone, gli hai fatto pure la pelle di leone”, mi congratulo e nel frattempo mi viene in mente che la pelle di leone in questione ha un nome, ma morire se mi ricordo quale e più ci penso, più ‘sto nome mi sfugge e maledico i miei neuroni ammuffiti e la senescenza. finché, svariate ore dopo, le tenebre si squarciano e in mezzo a altri pensieri riaffiora la parola “leontè”. tellurica 1 – alzheimer 0, e te faccio pure il braccino, tie’.