sabato 10 dicembre 2011

2009


segreti e omissioni
31 dic, '09
al tiggì parlano dell’ultimo film di richard gere, quello col cane.
“carino, l’ho visto”, fa mia madre.
“ma come l’hai visto, se ancora non è uscito!”, “ho visto lui, non il film!”, “hai visto richard gere?" (l’uomo che da american gigolò a ufficiale e gentiluomo, da pretty woman a chicago ha imperversato nei miei sogni erotici e scombussolato i miei ormoni, ma questo non gliel’ho detto)
“sì, ho visto richard gere! e allora?”
“ma quando? come?”
“alla festa del cinema. sono andata all’auditorium, mi sono messa vicino al redcapit o come si chiama e l’ho visto. lui e il cane. bello. proprio bello. sono stata contenta di essere andata. adesso vado a vedere pure il film”.
“e tu vedi richard gere e non me lo dici?”
“mica devo dirti tutto”.

scarpologia
30 dic, '09
"le vedi?", mi dice il londinese brandendo un paio di scarpe do**e & ga***na leopardate e decisamente aggressive, "queste si chiamano "fuck me shoes"; tu scommetto che non ce le hai!".
"scusi, scusi, come ha detto che sono queste scarpe?", interviene la commessa.
due nanosecondi di imbarazzo del londinese, che però recupera in fretta la sua consueta faccia come il culo e illustra agli astanti la teoria delle "fuck me shoes".
"finalmente un uomo competente!", commenta la commessa, incantata dalla schiettezza e dal pragmatismo del londinese.
"e comunque guarda che tellurica cià certe fuck me shoes che tu manco te l'immagini", spiega l'amica v, non interpellata.
"e allora sei proprio stronza, perché pe' usci' co' noi nun te le metti, invece di farti vedere sempre co' 'sti jeans e scarpe basse?"
"va bene, me le metto, poi non te lamenta' se te magno in testa", taglio corto io.
"'cci tua".

presepio imminente
29 dic, '09
nella vita reale, l’amica v fa l’avvocato, ma nasconde in sé la vocazione dell’architetto/designer/progettista di giardini. questa vocazione viene tenuta sopita per undici mesi l’anno; poi arriva dicembre, tempo di presepi, e v finalmente può darle libero sfogo.
si comincia con il contributo economico al sostentamento di due o tre bancarellari di piazza navona, fornitori di nuovi personaggi e accessori. i nuovi personaggi e accessori devono trovare un posto preciso all’interno dello spazio dedicato al presepe e quindi si impone un nuovo piano regolatore; le capanne e le casette non possono rimanere del tutto uguali all’anno precedente: urgono modifiche al limite dell’abuso edilizio – ma tanto c’è il condono – e fioccano le richieste di dia.
quest’anno è stato eliminato il ruscello che, fino alla precedente edizione, costituiva il fiore all’occhiello dell’allestimento (“m’occupava troppo spazio per niente”, è stata la motivazione). al suo posto c’è una fontana, nella cui vasca sono state inserite delle lucette blu che fanno quel simpatico e rassicurante effetto acqua radioattiva.
manca solo il bove riscaldante, ma ci stiamo lavorando.

Provinciali ma ironici
28 dic, '09
siccome né a milano, né a boston, né a londra esistono negozi degni di questo nome, cinque persone provenienti da queste località sperdute vanno a fare shopping a via del corso e, non paghe, si scattano pure una quantità inusitata di fotografie all'interno dei negozi visitati, a imperituro ricordo dell'evento, manco fossero giapponesi rincoglioniti (del resto, chi di noi non ha una propria foto accanto a uno scaffale di intim***imi o di za*a?).
a me ne hanno scattata una con una felpa con una babbiona, ridotta  ormai ad uno scheletro, seduta su una panchina e la scritta a caratteri cubitali "waiting for the perfect man".

fiocca la neve fiocca
22 dic, '09
ha detto il vicesindaco: siamo preparati ma l'inverno diventa difficile da affrontare se cadono 30 centimetri e in tanti prendono l'auto (ma vive a milano o a catania?).
polemiche, caos, scuole chiuse, neve a mucchi e nessuno che la spala.
sarebbe magnifico se per una volta i milanesi la buttassero in caciara e facessero come i romani che, nella grande nevicata dell'85, hanno inforcato sci, slittini e bobbetti e si sono buttati a tutta callara giù per la panoramica.
è che a milano non ci sono discese.

non è un paese per vecchi
21 dic, '09
in fila alla cassa del supermercato mi accorgo di avere dimenticato il caffè; ratta e fulminea mollo il carrello e corro a prendere il caffè a colpo sicuro.
tempo totale dell'operazione: dieci secondi netti, la sorella di bolt.
al mio ritorno scopro che DUE vecchie DUE mi sono nel frattempo passate davanti, spostando il mio carrello; quando glielo faccio notare mettono su l'aria scocciata delle arpie consumate.
"se me lo chiedevate vi lasciavo passare, non mi venite a fare quelle che i giovani d'oggi sono maleducati e non c'è più rispetto", dico.
loro, tetragone.
ora, io già ce l'ho a morte con le vecchie che, avendo tutta la settimana a disposizione, vengono a fare la spesa al supermercato di sabato. se poi le vecchie si mettono pure a fare quelle che appena possono ti fregano il posto in fila, allora è guerra.

ode al CM
16 dic, '09
oltre a un tot di amiche del cuore, a un paio di amici maschi genere “il fratello maggiore che non ho mai avuto” e ad almeno un amico gay (indispensabile per decidere drastici cambi di look e stabilire cosa mettersi ai matrimoni delle amiche, ma anche per andare a prendere il pane dal fornaio sotto casa), nel parco amicizie di una donna risolta e consapevole non può mancare il Consulente Maschiale, detto anche CM.
Il CM in genere è un individuo di sesso maschile, più o meno coetaneo, che conosce il vivere del mondo, che non si è fatto mancare nulla, che ne sa a pacchi, che è stato o è ancora o je piacerebbe uno sciupafemmine, ed è dotato di infinita pazienza e notevole senso dell’umorismo.
Il CM è quello che se gli dici “se fra tre mesi sono ancora qui a parlarti di lui, ti autorizzo ad abbattermi”, dopo novanta giorni si limita a scriverti su msn “faccio presente che mi stai ancora parlando di lui, vado a procurarmi un’arma”.
Il CM è quello che se gli dici “mi ha invitato a un ape”, ti dice “fai una cazzata, vacci a pranzo” “e perché a pranzo” “perchè così hai la scusa che devi tornare in ufficio e te lo puoi scrostare”, “ma figurati se non me lo riesco a scrostare a un ape”, tu ovviamente non te lo scrosti e il CM può dirti “te l’avevo detto” e rinfacciartelo in eterno.
Il CM è quello che se gli dici, in un impeto di santamariagorettite, “devo darmi una calmata”, ti risponde “sì, ma non calmarti troppo, ché sei bella così”.
Il CM è quello che dà i soprannomi a quelli di cui gli parli (il muflone, l'insisto, eufronio, lingua di ceppa, lo psicologicamente debole, er sociologo, ecc) e, anche se non li ha mai visti né conosciuti, gli fa le caricature e te le regala.
Insomma, mai più senza.
CM, se leggi: lavora de meno e torna al cazzeggio con me come ai bei tempi.

Il mattino ha l’oro in bocca
11 dic, '09
stamattina a momenti cado DA FERMA dalla vespa e per rimanere in equilibrio mi sono segata una caviglia contro il bordo del pianale.
parcheggio la suddetta vespa sotto l'ufficio e nello scendere pesto una deiezione canina che, a giudicare dalle dimensioni, deve essere stata generata da 27 alani incrociati con altrettanti danesi ipervitaminizzati.
che bello iniziare la giornata in un tripudio di vaffanculi.

portami dove mi devi portare
10 dic, '09
"facciamo un giro in moto".
pronti, si parte, anche se è notte e fa freddo, si prende la prima strada a caso e si fila via come una scheggia impazzita.
"voglio farti vedere una cosa" e dopo poco siamo con il naso per aria a osservare un edificio in vetro e acciaio, tutto volumi, che starebbe benissimo in potsdamer platz e invece è stato scaraventato in periferia, fra i condomini dei geometri e le case degli architetti ricchioni.
le sorprese vanno ricambiate e allora finiamo su un ponte pedonale in ferro battuto che attraversa la ferrovia.
"ma dove siamo, è un posto pazzesco!" ed è vero, è un posto pazzesco, pensare che è a 50 metri da una delle strade più trafficate della città e nessuno lo conosce.
si sente arrivare un treno in lontananza, sarà un frecciarossa, sarà un etr, sarà un merci; alla fine sfila sotto i nostri piedi un regionale spolmonato e scalcinato.
"minchia, è più stanco lui di quelli che ci stanno sopra", ed è proprio così.
valore aggiunto
9 dic, '09
tra le bancarelle di piazza navona.
"scusi, perché questi numeretti della tombola costano 3 euro e questi altri costano 5?"
"signori', li nummeretti so' sempre novanta, questi costeno deppiù perché so' scritti pure de dietro".

fiume in piena
3 dic, '09
"oh, so' io, tuttapposto? niente, ti volevo dire che sabato non ci possiamo vedere perché mi sono ricordata che ciò un impegno con le mamme della scuola cioè non è che mi sono ricordata mi hanno telefonato oggi pomeriggio ti ricordi vero che sabato ci dobbiamo vedere eccerto come potrei dimenticarmene e invece non me ne ricordavo per niente perché era una roba decisa un sacco di tempo fa e tu lo sai che a me le cose non me le devi dire tanto tempo prima altrimenti me le scordo poi ti volevo dire che oggi sono andata a una cosa organizzata dal mio master a piazza venezia mi sono affacciata alla finestra e te lo giuro c'era la colonna traiana a tre metri volendo ci potevi sputare contro e ti ho pensato ho pensato ammazza se c'era lei sarebbe impazzita volevo fare una foto ma ciavevo solo il telefonino da poraccia madonna ma che è 'sta puzza di piedi? oddio sono i miei piedi no è che oggi per andare a quella cosa là ho messo la scarpe nuove ma poi mi facevano male e allora le ho cambiate e ho messo queste altre che sono comodissime ma puzzano puzzano proprio loro indipendentemente di per sé e appestano tutto e adesso mi sto inebriando con i miei effluvi meno male che peter non c'è così posso andare a letto coi piedi puzzolenti e chi m'ammazza vabbè noi comunque ci sentiamo sabato baci baci".

io normalmente sono una che riesce a parlare anche coi muri, ma durante questa telefonata ho detto solo pronto, sì, ciao e baci baci.

Vestiti, usciamo!
2 dic, '09
il film "le relazioni pericolose" inizia con glenn close/marchesa de merteuil che giustamente, essendo lei marchesa e dovendo affrontare una dura giornata fatta di stesura di lettere e bigliettini e di tessiture di intrighi, affida completamente la propria vestizione ad uno stuolo di servitori, che la abbigliano come si conviene senza che lei debba muovere un dito.
io vorrei essere la marchesa de merteuil in tante cose e in tanti momenti, ma soprattutto quando si tratta di rivestirmi, una volta uscita dalla piscina.

Scene da un matrimonio
30 nov, '09
davanti al portone dell'ufficio io e due miei colleghi assistiamo ipnotizzati alle complicatissime manovre che un signore anziano sta effettuando nel tentativo di parcheggiare in venti metri di spazio la sua automobile.
la moglie dirige le operazioni con piglio marziale e il rimprovero di una vita distillato in ogni parola: "dritto! sterza! avanti! metti la freccia! sei lontano un metro dal marciapiede!".
il signore anziano è ormai pressofuso col volante, la prima e la retro tirate allo spasimo, la moglie si sposta da un lato all'altro scuotendo la testa.
"vedi", conclude la collega f., "in fondo è così che vanno a finire tutti i matrimoni di lunga data: lui rincoglionito e lei petulante".

quando è troppo, è troppo
20 nov, '09
è il mio vicino, quello che vive con la mamma 85enne, quello della porta accanto, quello che ha il letto aldilà della parete di carta velina che divide i nostri rispettivi appartamenti.
ora:
- passi che metta la sveglia alle 6,30 e la lasci suonare per quel minuto e mezzo che fa tanto allegria;
- passi che parli da solo;
- passi che gli piaccia particolarmente parlare da solo prima di addormentarsi, il che non avviene mai prima di mezzanotte;
- passi che abbia un tono di voce oltre la barriera del suono.
però che adesso, oltre a parlare, si sia messo anche ad abbaiare, no, dài.

modelli di riferimento
19 nov, '09
ore 6.30 del mattino.
è buio, è uggioso, c'è il fango per terra.
dobbiamo stare lì per almeno due ore, quindi ci siamo vestite comode: jeans, scarpe rasoterra, giubbotti antitutto. abbiamo le facce assonnate, i capelli arruffati, siamo senza un filo di trucco, ogni nostra energia è dedicata al recupero di un minimo di lucidità.
ore 6.35, arriva LEI, l'addetta stampa del presidentissimo. perfettamente truccata e pettinata, è riuscita a guadare il fango sui suoi stivali scamosciati tacco dodici a stiletto, evitando qualsiasi schizzo o macchia.
ecco, io queste così le ammiro, ma soprattutto mi chiedo come fanno.

le vecchie e il mare
18 nov, '09
seduta nella sala d'aspetto del laboratorio di analisi, accanto a me c'è una signora anziana, di quelle un po' stanche di tutto.
ce ne stiamo tranquille a farci i fatti nostri, quando un'altra signora anziana, di quelle mai dome, entra come un tornado.
"buongiorno!", saluta con voce stentorea. guarda meglio la signora seduta vicino a me e sentenzia:
"io a lei la conosco. abita in via taldeitali e viene al mare a bordighera"
"ah. è vero. come sta suo marito?"
"mio marito è morto l'anno scorso!"
"anche il mio è morto, però sono già quattro anni"
"ma a bordighera ci viene ancora?"
"no, mi ci ha portato mia figlia l'estate dopo che è morto mio marito ma senza di lui non mi trovavo più"
"io invece ci vado sempre, perché lì ho tutte le amiche".
ho pensato che bordighera non a tutti fa lo stesso effetto, che ci sono vedove e vedove, e che se proprio devo invecchiare voglio essere come la signora dalla voce stentorea (se non altro perché ce l'ho già).

trend setter
13 nov, '09
8,30 di una mattina grigia e urfida. al semaforo.
"ma che belle le tue calze rosse!", mi dice la vespista dalle calze viola ferma accanto a me. "mi hai fatto venire voglia di comprarmele, oggi vado", aggiunge.
"brava, coloriamo la città!" le dico io ridendo.

quando si dice la calsse
10 nov, '09
ci vediamo a cena, perché lei vuole farmi conoscere il suo nuovo fidanzato. arrivo, saluto e come prima cosa il fidanzato dice, rivolto a lei: "beh, ma la tua amica (che poi sarei io, ndr) sembra molto più giovane di te!".
lei ridacchia, io al posto suo lo avrei preso a borsettate e gli avrei intimato di non farsi più vedere.

indovina chi viene a cena
6 nov, '09
tuo cugino si è fidanzato!
beh, a 50 anni, era pure ora...
tua zia è fuori dalla grazia di dio.
e perché?
perché la fidanzata è di colore! figurati che gli ha detto “io manco le serve ho voluto negre, e tu te ce fidanzi co’ una!”
quando si dice essere di larghe vedute…
insomma, domenica a pranzo non sfiorare nemmeno l’argomento.
tranquilla mamma, me ne guarderò bene.
arriva il pranzo della domenica a casa della zia e a tavola, strategicamente piazzata fra me e mia madre, c’è anche lei: 1 metro e 82 di simpatia e solarità – per non parlare delle gambe chilometriche e del culo alto (“ci fo un salto”, diceva il mascetti, e come dargli torto).
quando, ore dopo, lei e mio cugino se ne vanno, mia zia commenta: "è carina, gentile, simpatica. certo però che è proprio nera, nera, nera....".
e mia madre, sbrigativa: “su, che dopo cinque minuti manco ci fai più caso!".
questo accadeva un anno e mezzo fa. domenica ci sarà un altro pranzo di famiglia, per festeggiare la bambina che arriverà a febbraio e a cui potrò finalmente passare il testimone di “piccola de casa”.

il gatto e la volpe
3nov, '09, 9:52 m.
"come si scrive pathos?"
"ah, ma allora non hai studiato latino!?"

uomini veri
29 ott, '09

a cena con le amiche, si affrontano discorsi impegnati.
"no, ma io quantum of solace l’ho visto perché mi piace tanto daniel craig”
“anche a me piace tanto!”
“essì, mi piace lui e anche putin. insomma, quel genere lì”
“PUUUUUUTIN?”
“perché? cosa c’è? le foto di quest’estate, putin a cavallo… che uomo!"
“ommadonna, e io sto a parlare con una alla quale piace putin….”
“sì, mi piace putin! un vero uomo, uno che va a cavallo nella steppa sconfinata e che spara agli orsi, ah…” (sospiro di languore)
“uno che ti stende sulla pelle dell’orso davanti al camino nella dacia!”
“esatto!”
“uno che cattura l’orso, lo ammazza a mani nude e lo scuoia vivo davanti ai tuoi occhi per farne la pelle sulla quale ti sdraia e possiede reiteratamente!"
“proprio così!”
“uno che in pieno inverno a torso nudo guada a piedi il volga, sprezzante del freddo, trainando il cavallo, la pelle dell’orso e ammazzando al volo il primo salmone che gli salta intorno!”
“sì! sì!”
alla fine ‘sto putin quasi quasi comincia a piacere pure a me, guarda un po’.
Vieni avanti, cretino!
2 ott, '09
al supermercato, in fila al banco dei salumi, assisto a questo ameno siparietto fra un avventore (a) e il banconiere (b):
a: due etti di spalla, per favore.
b: destra o sinistra?
a: è lo stesso, faccia lei.

luoghi comuni
29 set, '09
al matrimonio di paola la voce che siamo le sue compagne di danza si propaga alla velocità della luce. ne consegue che durante il pranzo un invitato in camicia nera, dopo averci chiesto come mai adesso c’è il boom della danza del ventre (non è danza del ventre, è mediorientale, ma vabbè), commenti molto carinamente che “a vedervi non è che siate poi così femminili, insomma, siete normali”.
gelo.
io conto fino a trenta, paola vacilla, manu pure, francesca scalpita. l’invitato si rende conto di avere detto qualcosa di leggermente offensivo e allora tenta di metterci una pezza, dicendo in sintesi e con altre parole che la danza del ventre in fondo è roba da zoccole, mentre noi, almeno all’apparenza, non lo siamo.
a francesca parte subito l’embolo, si alza e si allontana. tentiamo di far capire che è ora di finirla con ‘sta storia della danza del ventre intesa come "ballo e son qui a darla via come il verderame", che sono tutte storture mentali, che è nata come danza di donne per le donne, ecc ecc ecc, la solita pippa che nessuno capisce perché sono rimasti all’idea delle baiadere da tabarin coi veli e gli ammiccamenti.
“ma basta con questa equazione danzatrici del ventre=zoccole!”, dico  estenuata a francesca quando la raggiungo.
“guarda, mi sono alzata per rispetto della sposa, altrimenti lo avrei preso a ceffoni. DAMMI RETTA, QUELLO E’ UN FASCISTA!”.

Si cambia
23 set, '09
stufa di avere a che fare con compagne invasate e fighedilegno e di dover affrontare la traversata della città per arrivare alla scuola, ho abbandonato la tribal per il ben più prosaico acquafitness.
già mi vedo priva di qualsiasi forma di cellulite, con gambe tostissime e culo più alto di almeno cinque cm (minimo).
dopo la prima lezione, ho solo gli addominali che ululano.

cultori del multitasking
18 set, '09
premesso che tutti, arabi o ebrei, guidano come cani drogati, non posso fare a meno di provare una certa ammirazione per gli autisti di autobus e sherut, che riescono a parlare al cellulare, farti il biglietto, darti il resto, guidare e non provocare incidenti, tutto contemporaneamente.

similitudini
17 set, '09
tel aviv è come miami, ma con meno rapper di colore; talvolta, come testimonia l’immagine, ricorda anche la cambogia, ma per fortuna ai piloti degli elicotteri non piace l’odore del napalm la mattina.

Cucina etnica
16 set, '09

questo era il mio idolo.
insediato nello spartitraffico di una delle vie più congestionate e trafficate di gerusalemme est, preparava gustosi spiedini al monossido di carbonio, spiedini che andavano a ruba – forse perché era ramadan e gli avventori a una certa si sarebbero magnati la qualunque.

oremus
15 set, '09

al muro del pianto, lo dice la parola stessa, si deve piangere e, anche se nella foto non si vede perché fotografarla da davanti pareva brutto, l’ebreona qui ritratta insieme alla sua progenie ce la stava mettendo tutta.
solo che, nonostante i suoi sforzi, proprio non le veniva; strizzava gli occhi, emetteva dei rantoli strozzati, le si era deformata la faccia, ma niente lacrime.
a un certo punto ho pensato che se le mollavo due ceffoni come si fa con quelli in preda alle crisi isteriche le avrei fatto un favore, ma ho preferito sorvolare.

hasta siempre comandante
14 set, '09, 10:41 m.
per una settimana, qui mi sono rifornita regolarmente di acqua e biscotti.
il proprietario è un distinto signore arabo che non aveva perso la tenerezza, sulla sessantina, bassino, tombolotto, capelli di un nero innaturale, baffetti curatissimi, anellazzo d’oro al mignolo; quando mi vedeva entrare, mi accoglieva con un “good morning, my nice lady, how are you?”.
uno che di customer care ne sa a pacchi.

l’ombelico del mondo
11 set, '09, 10:46 m.
scopro che l’unica, autentica e indiscutibile culla della civiltà è gerusalemme.
a sentir loro, babilonia, alessandria, atene erano espressioni geografiche; ittiti, assiri, fenici, persiani, egizi, greci, romani erano una manica di selvaggi rozzi e smandrappati, della serie “quando l’antenati mia costruiveno gli acquedotti, l’antenati tua se dipingevano ancora la faccia de blu”.
si impone una revisione dei libri di storia.
Tornando a casa
7 set, '09
in aeroporto, dopo una serie interminabile di domande ("perché sei venuta qui, sei da sola, dove sei stata, hai ricevuto regali da qualcuno, la valigia l'hai fatta tu, l'hai sempre tenuta con te") e dopo aver confrontato perplessi per cinque minuti la mia foto sul passaporto con la mia faccia, mi appiccicano sul passaporto e sui bagagli un fogliettino con un numero, 5, poi mi mandano al controllo sicurezza, "può aprire la valigia, per favore?", e giù altri dieci minuti di ispezioni fra le magliette zozze.
finalmente vado al check in, scopro che quel numero 5 indica il tuo grado di pericolosità, il massimo è 6. in fila con me ci sono un gruppone vacanze - gli hanno dato 1 - una coppia di fidanzati - loro si sono beccati 2 - e una suora, non riesco a vedere cosa hanno dato alla suora ma sicuramente meno 20.
dopo il check in c'è un tizio a guardia di una porta a vetri, prima di farmi passare controlla il numero che mi hanno appiccicato sul passaporto, "vai a sinistra", mi dice. a sinistra c'è la coda dei potenzialmente pericolosi, quelli col 5. siamo io, una francese buzzicona dall'aria gioviale con un sacco di braccialettini che dovrà togliere uno per uno, una ragazza italiana che è andata a fare volontariato, una che non so da dove venga ma siccome cià l'aria e i vestiti da zoccola delibero che viene dall'est - questo perché non ho pregiudizi.
siamo tutte donne, tutte in viaggio da sole, e per questo tutte col 5, tutte pericolose. ci perquisiscono con cura, metal detector a profusione e poi ci fanno passare, "that's it, sorry".
sorry un cazzo, mi viene da dire, ma me lo tengo per me.

ditelo con un fiore
27 apr, '09
siamo vicini di panchina al parco, io e questo nonnino che ha messo la bici sul cavalletto e si gode un simulacro di sole.
d'un tratto fa per andarsene, ma prima mi porge una rosa gialla che aveva nel cestino della bici e mi dice "signorina, gliela regalo: è un peccato che appassisca".
a momenti me lo abbraccio, sia per l'omaggio floreale a cui ero totalmente disabituata - frequento uomini zotici, si sa - ma soprattutto per quel vocativo, signorina, che ha il potere di far riemergere in un attimo la pischella che è in me.

tie’!
26 feb, '09
basta, è ora di dare una svolta alla mia inettitudine di tribal dancer e di arginare l'alzheimer galoppante che mi impedisce di tenere a mente per più di tre secondi le combo e i passi.
così mi presento a lezione armata di taccuino e biro, e ogni tanto mi interrompo per scriverci sopra cose tipo egyptian; egiziani, braccia a elastico o corkscrew: braccia su e giù, giro, joaquim cortes.
al termine della lezione vengo circondata dalle invasate fighedilegno che implorano i miei appunti.
piuttosto li faccio a brandelli e li ingoio, così imparate a fare quelle che sanno tutto e hanno capito tutto e in realtà state messe solo uno zinzino meglio di me.

mi credevo che
24 feb, '09
Gentile Tellurica,
il mio nome è xxx yyy, le scrivo perchè ad aprile dovrei laurearmi e
dovrei fare la tesi su zzzz.
Volevo sapere se potevo avere del materiale. Avrei bisogno tipo di dati di vendita, confronti, critiche e non. Se lei fosse così disponibile, mi piacerebbe poter intervistare qualcuno del settore.
Grazie mille per l'attenzione,
xxx yyy

Gentile xxx,
ti allego del materiale su kykykyk.
Se hai bisogno di altre informazioni, possiamo fissare una breve intervista telefonica con un manager la prossima settimana.
Mi permetto infine di dirti che, se tu fossi stata un po' più chiara e precisa nella tua richiesta, probabilmente saremmo stati in grado di aiutarti meglio.
Cordialmente
Tellurica

Gentile Tellurica,
la ringrazio infinitamente per la disponibilità e la tempestività.
Le chiedo di scusarmi sulla mia superficialità nel richiedere informazioni, ma credevo che nessuno mi avrebbe mai risposto alla mail.

perle di saggezza
23 feb
"dopo le parole, c'è solo la katana".

marco s. - uno che ne sa a pacchi


colonne sonore
20 feb, '09
la tribal un po' mi destabilizza.
fino ad ora avevo ballato - ballato è una parola grossa -  su musiche orientali che evocavano suq, harem, piramidi, porte di babilonia, mori infedeli, uomini blu, tramonti sul bosforo e the nel deserto.
la scorsa lezione ho ballato - ballato è una parola grossa, di nuovo - su musiche dei gotan project (santa maria del buen ayre) e di moby (play).
fico.

uomo avvisato
19 feb, '09
è ufficiale: l'uomo è uno psicopatico.
per mesi è andato avanti a parlare in continuazione di una fantomatica moglie, l'ha perfino portata a una festa della scuola, finché si è scoperto che in realtà si tratta di sua sorella e lui ha fatto coming out affermando di essere gay.
sei gay irrisolto, e mi dispiace per te che a quarant'anni suonati non vivi sereno.
siccome però io sono risolta e anche consapevole e tu sei inquietante assai, non mi scassare la minchia e stammi lontano, grazie.

stai punita
13 feb, '09
c’era un tempo in cui potevo essere stanca morta e incazzata col mondo, ma andare a lezione di danza mi rimetteva in pace con dio e con gli uomini. novanta minuti tutti per me, in compagnia delle divine, gli affanni rimanevano fuori, la testa diventava leggera, le risate si sprecavano e mi divertivo da matti.
adesso invece fra le compagne invasate e fighedilegno, fra che impiego un’ora per arrivare alla scuola, fra l’uomo che è sempre più inquietante e mi mette a disagio, ‘ste lezioni sono diventate una specie di castigo; quando sono lì non faccio che guardare l'orologio e ripetermi “ma a me, chi mi paga?” e insomma, tutto questo non è bello.

tears (for fears)
30 gen, '09
personaggi: tellurica (t), amica di tellurica (adt)

adt - coso piange.
t - coso chi?
adt - coso mio marito!
t - ah! e perché?
adt - l'altra sera mi ha domandato "ma tu mi vuoi ancora bene?" e io gli ho risposto: "mica lo so!"
t - minchia... pesante!
adt - senti, mi è proprio venuto di getto.
t - ma hai fatto bene, se è così che la pensi.
adt - sì, sì. solo che lui piange.
t - vogliamo parlare di tutte le volte che tu hai pianto per lui?
adt - appunto! troppe lacrime deve versare ancora, prima di mettersi in pari!
t - e allora lascialo piangere.
adt - sì, però è una pizza. che poi, che ti piangi, ma che ti piangi...?
adt e t in coro - MA PIANGI SU 'STO CAZZO!

oscuri presagi
26 gen, '09
l'ultima volta, a lezione, l'uomo era vestito che sembrava raffaella carrà quando cantava "ma che musica maestro" (con la variante che il completo della carrà era bianco, il suo era turchese).
ieri in tv ho rivisto il finale de "il silenzio degli innocenti"; niente mi toglie dalla testa che un bel giorno l'uomo deciderà di emulare buffalo bill e farsi un bel completino da danza a nostre spese.

psycho killer
23 gen, '09
antefatto:
francesca, evidentemente in preda ad un’entità aliena impossessatasi delle sue facoltà mentali, invita l’uomo ad unirsi a noi per mangiare una pizza dopo la lezione.
l’uomo tergiversa perché non ha con sé i soldi, francesca, sempre più posseduta, gli dice che glieli presta lei, l’uomo si aggrega entusiasta ad un gruppo di sei odalische, cinque delle quali non sono altrettanto entusiaste di averlo fra i piedi.
al termine della cena l’uomo ringrazia tutte con toni ispirati, dicendo che è stata una delle migliori serate della sua vita.
epilogo:
l’uomo restituisce a francesca i soldi della pizza, consegnandole una busta giallo girasole, intrisa di profumo (drakkar andato a male, per la cronaca). dentro ci sono due banconote, una da dieci e una da cinque, perfettamente stirate manco gliele avesse date mario draghi in persona, e un bigliettino di ringraziamento scritto con grafia da seienne, pieno di svolazzi e dai toni accorati, manco gli avesse prestato centomila euro a tasso zero, da restituire con comodo.
“pensi che ci troviamo di fronte a uno psicopatico?”, mi chiede fra.
“questo ci fa tutte a fette con la motosega”, predico io.


angeli
12 gen, '09
ho sognato che raffa e fra si iscrivevano a un corso di mediorientale tenuto da grazia, del quale ero stata tenuta all'oscurissimo e al quale non potevo iscrivermi perché ormai i posti erano esauriti, e ci rimanevo troppo male e mi sentivo anche un po' tradita.
il commento di raffa: "una cosa del genere non potrebbe mai succedere, noi ormai siamo come la charlie's angels!"
io mi prenoto per essere kelly, se non altro per una mera questione tricologica.

 Cultura moderna
5 gen, '09
"oh, che bella questa fontana finalmente restaurata!"
"davvero"
"ma qualcuno per caso sa quali sono 'sti quattro fiumi?"
"il nilo sicuro, è quello velato perchè non si conoscevano le sorgenti"
"ammazza quante ne sai... ok, e poi?"
"vuoi che non ci sia il tevere?"
"il tevere deve starci per forza"
"non si discute"
"e siamo a due... ma gli altri?"
"gange? giordano?"
"il tigri e l'eufrate!"
"l'ob!"
"seee, e il volga..."
"ebrotagoguadalquivir!"
"questi te li sei inventati!"
"ma che stai a di'????"
"il fiume giallo!
"il mississippi! il missouri!"
"the thames!"
"ecco, la solita nazionalista!"
"chiediamo a quei due che hanno la guida"
"scusi, possiamo vedere quali sono i quattro fiumi?"
"fiumi? ma quali fiumi, QUELLE SONO LE QUATTRO STAGIONI!!!!"

per la cronaca: nilo, gange, danubio e rio della plata.

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