venerdì 27 gennaio 2012

teatrini

chiedo al mio capo se esiste la possibilità - non dico adesso subito, o fra sei mesi, ma insomma in un futuro anche più remoto che prossimo, e naturalmente sempre che l’allineamento dei pianeti sia favorevole, e dopo aver consultato tutti gli auguri aruspici e arvali del caso – dicevo, se esiste la possibilità che io venga assunta. 
parte un panegirico 
“no, perché io sono veramente contento di come lavori, dei risultati che stai ottenendo, dell’apporto che stai dando al gruppo, MA” 
e lo sapevo che c’era la sòla 
“sei entrata a far parte del mio gruppo solo quattro mesi fa ed è un tempo troppo breve per poter fare una valutazione di questo genere”. 
segue mezz’ora di rassicurazioni sulla qualità del mio lavoro (ma non era troppo presto per le valutazioni?) e sul fatto che la mia richiesta verrà comunque presentata al gran consiglio dei partner. 

ma io, opaca dipendente dallo stipendio di argilla che lavoro qui da sette anni, alla mia età ancora devo stare a dimostrare qualcosa a qualcuno per ottenere quello che dovrebbe essere un diritto? 
e soprattutto: ma tu, luminoso dirigente dallo stipendio di giada, non facevi prima a risparmiarmi tutto ‘sto pippardone e dire papale papale “a tellu’, se ti assumiamo ce costi un botto, datte pace e rimani a partita iva a vita!"?

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